lunedì 27 agosto 2012

Cavilla sui tuoi limiti e ti apparterranno

Io mi definirei una persona paurosa.
Ho paura di un mucchio di cose. Ho paura del vuoto. Ho paura dell'immenso.Ho paura del troppo piccolo.Ho paura del non solido.Ho paura di quello che non posso vedere.Ho paura di perdere il controllo e l'aderenza. Ho paura dei vampiri,degli zombi,dei lupi mannari,e degli assassini seriali che pure se li hai uccisi, non si sa come mai tornano.Sempre.
Vedete? Ho paura praticamente di tutto.
A leggerla cosi', uno si dice: Povera figlia,che brutta vita.Tappata in casa.
No.Io no.Io ci provo.
Tipo che i film dell'orrore li vedo.Tutti. Con le mani davanti alla faccia, urlando, abbassando il volume quando la colonna sonora mi avvisa che sta per succedere qualcosa di orribile.Ma li vedo. E se li rivedo, mi rimetto pure paura.Nelle stesse scene.
Sott'acqua ci vado,eccome. Certo prima di buttarti sotto non vedi nulla,e non lo sai cosa c'è.Ma io mi butto.
Volare volo.E pure spesso.Poi mi addormento/svengo appena si alza l'aeroplano.Ma volo.
E non mi fermo mai.E' piu' forte di me.
Perchè io odio avere paura.Ma mi piace avere paura.
Mi diverto anche
Non mentre.Mentre me la faccio sotto.Mi si sciolgono le gambe,sudo pure un po' freddo.E poi quella sensazione alla bocca dello stomaco, quella che non sai se stai per vomitare o ....vomitare! Vomitare cosa poi non si sa visto che in realtà al posto della pancia ti sembra di avere un buco nero. E non ce la puoi fare.Pensi che non ce la fai.Semplicemente ti bloccherai immobile senza piu' muovere un muscolo.Incapace di retrocedere o progredire.Di sale.
E allora come faccio?
A me,la cosa che in assoluto mi mette piu' paura,è la paura.
Io piu' di tutto ho paura di avere paura.
Quindi via. Mi lancio.E poi quando ce la faccio.Quando sopravvivo.Mi viene da ridere.Ma non poco.Tantissimo.



E quindi? E quindi vi dico quello che dissi a Romeo qualche anno fa: Io ho paura di tutto,ma faccio tutto.
In quel preciso istante mi trovavo su uno sperone di roccia poi il vuoto poi il resto dello sperone di roccia. A sinistra solo scogli ripidi, a destra e 25 metri sotto, il mare. Dovevo saltare quel metro di vuoto.O tornare indietro. Io prima ho bestemmiato e poi ho saltato.

martedì 21 agosto 2012

La scelta di una Donna

Todd Akin su aborto e violenza sessuale:

Intervistato da una TV locale del Missouri, al giornalista che gli chiedeva se l'aborto può essere giustificato in caso di stupro, Akin ha risposto con disinvoltura: "Da quanto ho sentito dai medici, quest'evenienza - cioè rimanere incinta dopo uno stupro - è un fatto decisamente raro". Ed ha aggiunto: "In caso di stupro vero e proprio, il corpo femminile può fare in modo di evitare la gravidanza...". Infine ha concluso che, nel caso remoto in cui si dovessero verificare queste gravidanze, le conseguenze dovrebbero essere per lo stupratore, non per il feto".

Se glielo avessero chiesto, avrebbe aggiunto che i bambini li portano le cicogne,o si trovano sotto le foglie di cavolo.
Sono bastate queste 4 righe,copiate e incollate da La Repubblica.

E mi sale la carogna.
Mi sale la carogna perché la scelta di una donna, è considerata argomento da campagna elettorale.
Mi sale la carogna perché la scelta di una donna deve essere giustificata alla collettività.
Mi sale la carogna,perché la scelta di una donna,è considerata impattante per l' interesse collettivo,e pertanto va diretta.
Mi sale la carogna ,perché la scelta di una donna puo' essere messa in discussione eticamente da individui "altri" rispetto a lei.
Mi sale la carogna,perché la scelta di una donna,viene messa in discussione da individui di ogni genere.
Mi sale la carogna ,perché la scelta di una donna puo' essere ostacolata perfino con argomenti inconsistenti.Fole di paese.Voci di corridoio.
Mi sale la carogna,perché la scelta di una donna,non puo' essere quello che è.Solo una sua scelta.

Poi recupero la calma, e continuo a leggere:
Indiano picchia la Moglie perché non gli da figli maschi.
Non ve lo dico piu' perché mi sale la carogna.
Il punto vero è che sono una Femmina.
A me la Carogna non mi scende Mai.
Il punto vero è che sono una Femmina.

Non me lo posso permettere di non essere incazzata.

venerdì 17 agosto 2012

Denotazione e Connotazione


Ma si puo' avere sempre un'opinione su tutto?
Essere sempre edotti su qualsiasi argomento? Forse si.
Forse c'è "colui  che sa". Forse è uno che si fa un mazzo tanto.
Legge,studia,indaga,rimugina,sintetizza,elabora.
Su Tutto.Come un'idrovora,macina informazioni,le sminuzza,e poi le lascia andare a sciogliersi ed ad alimentare l'immenso mare della sua conoscenza.
Fico.
Uno cosi' chiaro che non ha pregiudizi, ma solo giudizi.E a ragione. Perchè uno giudica, appunto ,quando sa.
Pero' a campare campiamo tutti.Pure noi che non solo sappiamo di non sapere,ma non sappiamo proprio.E basta.
Agire dobbiamo agire un po' tutti.Decisioni ne dobbiamo prendere,scelte le dobbiamo fare.
E allora che si fa? Impossibilitati per capienza cranica , natura o educazione ad approfondire tutto, smettiamo di campare decidere scegliere?
Inerti,schiacciati dal peso della nostra ignoranza.
Che scenario apocalittico. 6 miliardi di individui stravaccati su un divano.Immobili.
Non è plausibile.
Pure noi,gli ignoranti,dobbiamo muoverci.Una posizione la dobbiamo assumere.Magari a grandi linee.
Impossibilitati o incapaci a fare esperienza di tutto, ci diamo delle priorità.
Ed è qui che ci vengono in aiuto tutte quelle brutte parole che nessuno di noi vorrebbe usare mai:
Generalizzazione. Pregiudizio.Discriminazione.
Che brutto effetto che fanno.Che pessima connotazione che hanno.
Eppure ci appartengono.
La  generalizzazione indica il processo cognitivo e la conoscenza che da questo ne deriva.
Generalizziamo per apprendere. Maschio/Femmina Brutto/Bello Cattivo/Buono Trascurabile/Importante.
Generalizziamo anche nelle nostre migliori intenzioni.
Generalizziamo per acquistare tempo. generalizzando ci facciamo "un'idea" di qualcosa.Con le migliori intenzioni per carità.ma sempre un'idea . Quell'idea che poi andrebbe approfondita indagata studiata....ma noi siamo quelli che tutto non si puo' sapere,quindi...Il pregiudizio.
Giudicare qualcosa o qualcuno aprioristicamente, prima di averne fatta vera esperienza.
Orrendo vero? Si.Lo penso anche io.Ma lo pratico.Continuamente.
Prendete i Lychees.Quegli adorabili fruttini gelatinosi trasparentucoli e flaccidi.
Io non lo so se i lychees sono buoni.Non li ho mai assaggiati.Probabilmente non li assaggero' mai.Perchè?
Perchè a me mi sanno d'occhio.
Che motivazione irrazionale vero? Ma tanto è un pregiudizio il mio! Non deve essere razionale.Non deve rispondere al Socratico "bello" e "buono".Deve rispondere solo e soltanto a me.E' vero solo ed esclusivamente per me.Secondo ME si.secondo ME no.
Quindi.Ricapitoliamo: Generalizzando mi faccio un'idea del mondo che mi circonda,su base di pregiudizi individuo le aree di interesse e quelle che invece no, e poi che altro mi resta da fare?
Ah si, vero:Discriminare.
Una volta individuata l'area di interesse,dedicarle trattamenti e attenzioni diverse rispetto al resto. Magari addirittura ...studiarla una cosa che ti interessa . Capirla. Elaborarla. Sintetizzarla.
E per un attimo,solo per quell'argomento,diventare uno di quelli che sa.
Perchè forse è vero che non si puo' sapere tutto.Avere sempre un'opinione su tutto.Ma almeno su qualcosa,si deve.
A proposito. I libri sono tanti.Milioni di milioni. Voi come li scegliete?
Io li  Giudico i libri dalla copertina.E un libro che si intitola "uomini e topi" non lo leggerò mai!

venerdì 10 agosto 2012

Aspetto l'onda giusta, poi torno.


Io a 3 anni ho rischiato di affogare.
Sono nata alla fine di aprile, ed ho imparato a camminare e nuotare circa un anno dopo , piu' o meno nello stesso momento.Comunque nello stesso posto.
Uno stabilimento balneare di Santa Severa.Ci ho passato 5 mesi l'anno per quasi tutta la mia infanzia e adolescenza.
Soffrivo di asma e di bronchite cronica da piccolina , e il medico aveva detto che avevo bisogno di iodio.
Mia nonna l'aveva preso come un impegno personale , quindi io il 1 maggio lasciavo Roma e mi trasferivo al mare,tanto l'ultimo mese a scuola non si fa mai nulla.
Quindi è nel mare di scoglio di Santa severa che ho imparato a nuotare. Oddio, a sentire i miei, in realtà sembra che io non abbia mai smesso.Come se non fossi mai uscita veramente dall'acqua,e mi fossi semplicemente trasferita dal ventre di mia madre alla riva del mare.
Arrivavo in spiaggia prestissimo al mattino, e andavo via tardi la sera. Non tornavo a casa neanche per pranzo.
I miei compagni di scorribande, ora che ci penso 3 maschi, erano dei bimbi sfortunatissimi.
Potevano fare al massimo due bagni al giorno.
Il motivo era un algoritmo complicatissimo per cui se mangiavano a colazione il latte e i biscotti, poi per 3 ore e mezza non potevano toccare l'acqua. Il rischio era una congestione e una morte istantanea. Io per fortuna colazione non la facevo a casa ma al bar, prendevo latte macchiato e ciambella fritta, ma poi il bagno me lo potevo fare subito....bastava entrare piano e bagnarsi un po' prima la pancia.
Sempre loro, gli sfortunatissimi, avevano le mamme che li aspettavano a riva con l'asciugamano o addirittura l'accappatoio in mano. Li chiamavano dopo un po' che erano in acqua, perché "senno' prendevano freddo". O almeno cosi' dicevano. Io non ho mai sentito freddo al mare , in acqua. Al massimo fresco. Ma d'estate il fresco è quello che cerchi, o no?
Comunque i poveretti, Alessandro, Daniele e un terzo piu' piccolo che non mi ricordo come si chiamasse, potevano fare solo 2 bagni al giorno e non di piu', e sti bagni dovevano durare pure poco, pochissimo. Una pena.
Io no. Nonna non solo era convinta che lo iodio facesse bene all'asma e ai bronchi, ma era certa che il sole rinforzasse le ossa,la sabbia affinasse la pelle, e il sale disinfettasse le ferite e pulisse gli occhi.
Quindi io non facevo 2 bagni come i miei compagni di gioco, ma non ne facevo neanche molti a dire la verità. Ubaldo, il bagnino, diceva che io facevo un solo bagno al giorno : dalle 8 di mattina alle 8 di sera.
Voi l'avete mai vista Santa Severa ? Ha delle piccole baie delimitate da muri di scogli.
Io potevo stare in acqua quanto volevo, ma dovevo rimanere dentro la linea degli scogli. Fuori c'era " il largo".
Non ci si poteva andare " a largo". Non da sole comunque. Per via delle correnti.
La corrente è una cosa strana, è come se il mare avesse le braccia, quindi quando la corrente ti abbraccia e ti prende, tu non puoi piu' fare nulla.
Ti porta dove vuole lei. Probabilmente ancora piu' "a largo". E poi muori. A 3 anni non mi era chiarissimo come sarei morta.Ma era certo.La corrente prima ti porta "a largo" e poi ti uccide.
"il Largo" quindi, lo potevo guardare dagli scogli,e mi ci potevo bagnare solo accompagnata, tuffandomi dagli scogli ,appunto, o dalla barca di mio padre o qualche amico suo. A largo i piccoli il bagno se lo possono fare solo con gli adulti.

Non ce la potevo fare.


Non capivo. Io galleggiavo. Galleggiavo bene. E nuotavo. Potevo andare dove volevo copiando i movimenti di nonno, prima un braccio e poi l'altro.Battendo i piedi e immaginandomi che fossero il motore del motoscafo di papà.
Perché non potevo andare " a largo" ? Perché muori.....si ma come? Perché?
Non mi sono fidata.Io ai grandi non gli ho creduto.Non per niente ma di cazzate ne dicevano. Magari era una di quelle pure sta storia della corrente.
Quindi ho nuotato. Ho nuotato fino alla linea degli scogli,e l'ho superata, appena un paio di metri.
Onde piu' grandi la dietro. Ma strane, senza schiuma e riccioli, solo gonfie. Ma i piedi liberi di sguazzare !Vado anche sotto, e non tocco il fondo.
L'ho fatto.Sto a largo, da sola. Nonno sta in piedi, mi guarda dalla riva. Mi guarda proprio tanto. Devo tornare, ora subito.Brutto quando nonno guarda.Bruttissimo.
Comincio a nuotare un po', rientro di quel paio di metri verso gli scogli, ma la corrente è forte e io sono piccola, faccio fatica.
Mi sforzo, lo sguardo di mio nonno mi spaventa e la paura mi da energia.Un altro po', adesso se vado sotto un po', tocco il fondo.
Provo a nuotare ancora, ma non mi muovo piu'.Mi sembra di spingere spingere ma resto sempre ferma allo stesso punto.
Saranno le braccia del mare che mi tengono. Io sono stanca. Non mi va piu' di nuotare.
Scendo sotto, tocco con i piedi il fondo e torno su, respiro,scendo sotto tocco con i piedi il fondo e torno su,respiro, ancora sotto,su respiro,sotto.su.
Non lo so quanto ho fatto su e giu' prima che mio nonno si lanciasse in acqua e con tre bracciate mi raggiungesse.
Quando sono tornata a riva non avevo bevuto neanche un sorso,e mentre mia nonna mi sgridava arrabbiatissima, io fra me e me pensavo che non era vero non stavo affogando. Quelli che affogano sono quelli che bevono e io la bocca l'avevo tenuta chiusa.
E non stavo neanche morendo. Io stavo solo aspettando di trovare la forza per tornare a riva.
Quella volta lì non ce l'avevo avuta ,ma la prossima pero',ero certa che si!

martedì 7 agosto 2012

Io non mi limito a cadere,faccio spettacolo.


Sono cascata dai roller.
Non potevo non dirvelo.
E' stata una caduta clamorosa.Molto soddisfacente.
Pattino impuntato, scivolata,tutti e due i piedi in aria, e culata eclatante.
Illesi io i pattini e le chiappe.
Nella mia testa ho sentito perfino gli applausi.
Sono estremamente soddisfatta.
una delle cose che temevo di piu' in assoluto era poprio la caduta stitica.
Avete presente quei poverini che barcollano praticamente da fermi , un po' combattono con la gravità, e poi si accasciano malamente, mezzi in ginocchio, come oranti...vi prego vi prego non mi guardate.
Tu li guardi e pensi...ma che stai a fa? Lasciati andare! Rovina! Frana! Abbandonati! E' liberatorio!
Loro no. Insistono. Combattono.
Quelli hanno paura di cadere.Poretti.
Io invece a cadere sono una professionista. Le cadute io me le godo.
Quella di stasera in particolare.Erano ANNI che non cascavo dai pattini!
Se sono fortunata domani avro' anche un livido.
Proud!

sabato 4 agosto 2012

Dentro la città l'inferno

«Le Mantellate so’ delle suore, ma a Roma so’ sortanto celle scure. Una campana sona a tutte l’ore, ma Cristo nun c’è sta drento a ‘ste mura».

Quando Egle comincia a sentirsi soffocare, perchè la cella non basta piu', l'aria non passa e quella poca chè c'è arriva già respirata da altre, quando pur di uscire da quella tomba di cemento e ferro accetta di lavare i panni delle monache, e va in terrazza, sempre con quella sottoveste nera e uno scialle a coprirle le spalle, il vento la prende a schiaffi in viso usando i suoi stessi capelli, gli zoccoli suonano forte sul cemento gelato, c'è l'acqua che scroscia e sembra ghiaccio liquido e altre donne che cantano e sciacquano lenzuola troppo bianche per essere vere. E poi c'è lei, la matta, quella che ha affogato il figlio, messo dentro un cestello di vimini e lasciato in tevere, sperando che galleggiasse, invece no, il cesto "s'empito d'acqua e il pupo è nnato giu' "come la camiciola dentro il fontanone del carcere giudiziario di Regina Coeli
Poi gli strilli, donne buttate in terra,dolorose come fasci di nervi scoperti, monache nere e serie che soffocano la voce lucida della coscienza, e Lei,Egle, che vacilla un attimo, che quasi singhiozza e pensi che forse adesso piange, e invece no.
Il singhiozzo diventa un urlo e poi una risata " aho, che robba che se deve vedè".
Ecco, qui , io piango.Sempre.
E come Egle, me lo scordo, e lo rivedo, sto film, lo rivedo.

giovedì 2 agosto 2012

Forma e Sostanza


365 giorni dopo.
Parlo un discreto francese.Comprensibile anche quando sono ubriaca.
Parlo un buon spagnolo.Fluente  specialmente quando sono ubriaca.
Parlo un ottimo inglese. L'accento migliora notevolmente quando sono ubriaca.
Quindi la forma l'abbiamo sistemata.
Nei prossimi 365 giorni mi occupero' dei contenuti.
Promesso.