domenica 14 ottobre 2012

The lady is aflame... and silent. Perfect


"Donna non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l'aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell'uomo: è l'insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna "


Quando piove brutto brutto e fa freddo io ho tre alternative creative.
Dipingo.
Cucino.
Vedo un film.
Ho momentaneamente finito le tele.Non ho nulla in frigo.Indovinate un po'? Ho visto un film.Anzi rivisto.
Orlando.
Orlando mi piace tanto.Mi piace tanto tutto.c'è la storia del femminismo in quel film.Tutte le tematiche sulle quali noi femmine sbattiamo la testa e i pugni da 250 anni,stanno tutte lì. Non ci sono le risposte,ma le risposte non te le danno mai.Te le devi cercare e pare pure che sia "il bello".

La prima volta che l'ho visto era un mercoledì pomeriggio del 1992.Cinema Sacher.
Ero con un'amica, e uscite dalla sala siamo andate a bere una cosa e a cercare la nostra risposta alle domande di Virginia Wolf.
Una in particolare ci assillava.
E se è sola?
Avevamo solo 18 anni,ma vivevamo entrambe con una mamma single.Padri non assenti,latitanti. Le nostre madri erano colte perché si erano pagate gli studi lavorando la sera,indipendenti perché sapevano di non poter contare su nessuno.Due libere professioniste,lavoravano ininterrottamente 12 ore al giorno per cercare di far quadrare i conti in casa, per mantenere quello status sociale che si erano conquistate. Erano le artefici e le vittime del cambiamento che avevano voluto e che in noi si stava realizzando.
Erano cresciute in famiglie tradizionali,dove tradizione stava per donna/moglie/madre non autodeterminata ma portavoce della volontà paterna.
L'educazione passava da: lo dico a tuo padre/fratello, ne parlo con tuo padre/fratello. Poco importava che fosse tutto un bluff,e che poi a decidere fossero magari loro, quelle madri operose e operaie che lavoravano in casa e fuori casa,organizzando tutto, facendo filare tutto.
Anche quando era la volontà della madre a dettare le regole,non lo faceva mai in prima persona.Ma sempre con i toni baritonali del padre di famiglia.Del maschio di casa.
Anche se non avevano rinunciato al potere,avevano rinunciato alla loro voce.
Poi gli anni 60/70. Il femminismo,la legge sul divorzio,la pillola anticoncezionale, gli antidolorifici, i tampax.
Le nostre madri avevano combattuto per una libertà che intuivano giusta,ma per la quale non erano state educate. Si sentivano mutilate. Abbandonate. Costantemente in difetto nei confronti di una società che disprezzavano ma dalla quale si sentivano disprezzate e rifiutate.
Avevano sognato una donna libera e indipendente, che non dovesse nascondersi dagli sguardi del padre e dei fratelli, non dovesse mentire in società,che non dovesse abbassare gli occhi o allungare le gonne.
Avevano pagato questo  sogno con la solitudine. Compagni immaturi emotivamente e culturalmente,gli avevano risputato addosso: eguaglianza libertà indipendenza.Distorcendone il senso. Piegandolo al loro scopo.Quella che doveva essere una conquista,gli veniva inflitta come una punizione.
Volevano l'indipendenza? ce l'avevano adesso.che se la cavassero da sole. O tornassero indietro.a casa da mamma. Con la testa bassa e la coda tra le gambe,ammettendo che le loro lotte non erano servite a nulla se non a distruggere quel poco di tutela al quale puo' aspirare una donna: un  nome,che non è il  suo ma  quello del marito.Una casa ,che non è sua  ma quella del marito. una vita in subaffitto, ma che nessuno ti puo' togliere, perché senza il divorzio: TU SEI SEMPRE LA MOGLIE.
Quando noi ne avevamo 18 di anni e vedevamo Orlando,queste mamme guerriere ne avevano 38.
Avevano una casa loro.Che non vivevano.Una casa come Itaca,abbandonata la mattina alle 7.30 e ritrovata la sera alle 20.00 solo per riposare e ripartire il mattino dopo.
A casa "da mamma"non ci erano tornate.Almeno questa di battaglia non l'avevano persa.
Ma ai nostri occhi non avevano neanche vinto.
Troppa fatica.Troppe lacrime.Troppo dolore. Non poteva essere questo l'indipendenza.
Una donna libera è una donna che non scappa,e non si nasconde.E glielo dicevamo.
Noi eravamo le figlie che loro  non capivano. Quelle che erano cresciute senza un maschio dentro casa,quelle che "lo dico a papà" non significava nulla,quelle che cucinavano e studiavano da sole da quando avevano 6 anni,quelle che per uscire non chiedevano il permesso perché tanto a casa non c'era nessuno a cui chiedere. Quelle che nessuno è mai andato a prenderle a scuola, o le ha accompagnate da qualche parte.
Per noi la solitudine non era la sorella nascosta di libertà e indipendenza.Noi la conoscevamo bene.
E non ci spaventava,anzi! Ci piaceva.L'agognavamo.
E'stata una guerra civile.Si sono sentite tradite per l'ennesima volta.Tradite dalla madre che non le aveva perdonate per aver voluto di piu',tradite dalle figlie che non comprendevano la loro paura di aver rotto irrimediabilmente l'unico mondo che conoscevano.
Adesso di anni ne ho 38.E sono sola. Ma non sono sola come era sola mia madre.
Nella mia solitudine non c'è assenza di un altro(con la minuscola come direbbe Simone de Beauvoir).Nella mia solitudine c'è la presenza di Me(con la maiuscola come dico Io sempre con la maiuscola).
Immagino che in qualche modo questo sia il mio "non tornare da mamma".
Quindi tornando a Orlando.
E se è sola?
Risposta libera.

Ah dimenticavo:
Gli uomini fanno tutto ma le donne fanno gli uomini.
Questa è mia nonna. Tipetto facile eh?!

mercoledì 26 settembre 2012

Ma come parli? Come parli? Le parole sono importanti!


"Io sono sopravvisuta ad un quartiere lowcost,e mi sono trasferita qui prima che andasse di moda"
L'ho sentita veramente questa.Su ponte casilino. Ferma ad un semaforo pedonale.Pronunciata, sul serio e seriamente, da una donna.
"Sopravvissuta".
"Low cost".
Aveste sentito il tono epico! In quel sopravvissuta la pulzella ci ha messo anni e anni e anni di periferia. La fatica che deve aver fatto! I pericoli che avrà affrontato!Viva per miracolo, porelletta.
E"low cost" come sinonimo di popolare? Niente male eh? Perchè periferia si, ma l'inglese lo si mastica un po' tutti! Ecchediamine!
Non ho mosso un muscolo.
La mia faccia è rimasta inespressiva come quella di Massimo Ciavarro all'apice della carriera cinematografica.
Fra me e me pero'...



domenica 23 settembre 2012

Domenica Lunatica



Domenica di brutto tempo. Domenica passata a casa con amiche a vedere un film.
Che film? Magdalene.
Perché?E me lo chiedo pure io!
Perché Magdalene è uno di quei film che fa malissimo.
Uno di quei film che mentre lo vedo un po’ piango, un po’ bestemmio, un po’ ho voglia di tapparmi occhi e orecchie e cantare “lallallallallà non è vero nulla non è mai successo".  Non esistono le “sorelle della Maddalena”, non sono mai esistiti questi collegi per penitenti. Non è vero che 30mila donne,ragazze,sono state prese e rinchiuse in questi asili, schiavizzate, torturate, stuprate, sfruttate.Lasciate morire lì dentro. Non e’ vero che l’ultimo ha chiuso solo nel 1996.Non è accaduto qui.Non è accaduto nel mio tempo.Non è accaduto nella mia Europa. 


 Non è vero e ve lo dimostro pure.
Vado a cercarmi la documentazione su internet. Google, padre di tutti i saperi.
Ora vedrete: Irlanda…Aborto …caso X … quattordicenne stuprata, minaccia il suicidio se non le consentono di abortire…1994.
Il 1994 è ieri. Pero’ no, ieri proprio no! Dai son Passati 18 anni! Oggi?

Irlanda : l’aborto è un crimine regolamentato dalla legge 1861 sui Reati Contro la Persona. Esso è consentito solo nel caso in cui sia a rischio la vita della madre. In qualsiasi altra circostanza, anche quando la gravidanza comporti un rischio di salute per la donna, sia l’effetto di uno stupro o un incesto, sia forte l’evidenza che il feto non sopravviva al di fuori dell’utero materno, o che le condizioni psicofisiche, finanziarie o quanto altro siano contrarie all’interesse e al benessere della madre, l’interruzione volontaria di gravidanza è considerata un crimine punibile con l’ergastolo.
È tuttavia legale andare ad abortire all’estero e ottenere informazioni presso i centri di pianificazione familiare irlandesi.

Mmmmh. Passi da giganti!
Mi viene voglia di urlare.E piangere. Poi mi alzo e controllo se ho i preservativi in borsa.Ce li ho.
Non mi basta.Non mi basta sapere che so. Non mi basta proteggere mia nipote.
Non mi basta neanche rovinare la domenica alle mie amiche coinvolgendole nella visione di un film crudo e violento e vero.
Io gli voglio rovinare pure il 28 settembre e il 6 ottobre. 


Il 28 settembre : global day of action for access to safe and legal abortion

A che serve una giornata mondiale? Serve a salvare la vita di migliaia di donne.
E se deciderete di marciare,non pensate di farlo  per beneficenza. Quando marcerete,non marcerete solo per l’Africa,o l’Asia, o il Sudamerica. Quei paesi cosi' retrogradi e lontani. Quei paesi superstiziosi e non occidentalizzati. 
Marciate per il 100% di medici obiettori in Liguria o nelle Marche.
Marciate per il rischio di estensione di obiezione di coscienza anche ai farmacisti.
Marciate per l’irreperibilità di un cane di medico che ti prescriva la pillola del giorno dopo.
Marciate pure per casa nostra, che ne abbiamo di strada da fare!
 E mentre marciate,compratevi dei preservativi ! Ecchessarammai!
Già che ci siete date un’occhiata al sito :
http://www.september28.org/

6 ottobre: SlutWalk Paris. 

Si avete letto bene: la marcia delle Puttane.
 Perché delle puttane dovrebbero marciare? Perché lo siamo tutte.
Ogni singola donna venga aggredita malmenata stuprata , è una puttana fino a prova contraria.E anche a dispetto di prove contrarie. 



Non lo sapevate?Alle brave ragazze non succede nulla. A quelle buone e brave, quelle che non vanno in giro da sole, non camminano per strada, non bevono alcolici, non vanno a ballare, non escono senza la scorta di mamma o papà,a quelle buone,insomma,a quelle non succede niente. Se sei VERAMENTE una brava ragazza,non ti puo’ succedere nulla.
A parte essere stuprata in casa o a scuola,chiaramente.
Se invece porti te stessa in giro, non puoi lamentarti se poi qualcuno,provocato,perde la testa.
 Tu che hai fatto? Dove eri? Eri sobria? Come eri vestita? Lo hai incoraggiato? Ci hai parlato? Ci hai ballato? Gli hai sorriso? Avevi la gonna o i jeans? I pantaloni te li sei sfilata da sola o te li hanno dovuti togliere?Fa differenza.
Vedete? Siamo tutte brave ragazze fino a quando non ci succede nulla.Siamo tutte puttane non appena veniamo aggredite.
E allora io voglio essere Puttana sempre. E pretendere di non essere il capro espiatorio per la bestialità di nessuno. Quindi il 6 ottobre marcio.
E se potete marciate pure voi.
Ne organizzano di Slutwalk ,anche in Italia.Anzi devo dire che la nostra “indecorose e libere” non ha nulla da invidiare alle Slutwalks.Ma il mio è campanilismo da emigrante :)

Sulla Slutwalk francese :
https://www.facebook.com/SLUTWALKFRANCE2011/info
http://slutwalkfrance.tumblr.com/

Per l’italia , questo uno dei miei riferimenti.
http://unionedonne.altervista.org/ 

Buona passeggiata a tutte.E se ancora non avete voglia di farli sti due passi,guardatevi un film:

Titolo OriginaleTHE MAGDALENE SISTERS

Regia: Peter Mullan

Durata: h 1.59
Nazionalità:  gran Bretagna











martedì 18 settembre 2012

Sois belle e tais-toi !


Entro Dicembre la linea del tram T3 sarà prolungata.26 nuove stazioni.Circa 15 KM di tram.
E a noi che ci frega? Mica abitiamo a Parigi. Vi frega. 9 di queste stazioni porteranno un nome di donna.
Ed è una donna,Annick Lepetit , partito socialista e "assessora" ai trasporti a Parigi,che le ha volute.
Sono state scelte donne,che con la loro vita ,arte,impegno,hanno segnato positivamente la loro e nostra epoca. Donne testarde e coraggiose,capaci di sfidare pregiudizi e autorità.
E' stata scelta Maryse Bastié , capitano della French airforce. Ha compiuto un volo in solitaria attraversando il sudatlantico stabilendo un record.Ha poi raccontato la sua passione in un libro. 
Alexandra David- Neel , la mia preferita .Esploratrice,sì, ma anche anarchica e femminista. Il suo primo viaggio inizio' a soli 18 anni,scappando di casa e raggiungendo la Spagna in bicicletta. E poi il Tibet.La città proibita di Lhasa.La Teosofia.
Delphine Seyrig attrice ,ma anche regista ,e femminista. ll suo film/documentario, sii bella e stai zitta, non si limita ad alludere ,ma con una serie di interviste  denuncia le dinamiche sessiste e machiste presenti all'interno del mondo cinematografico. E'stata anche motore nella fondazione del "Centre Audiovisuel Simone de Beauvoir". Fondazione per le donne,sulle donne,con archivio ricco di filmati,fra i quali ,appunto,il suo.
E poi Rosa Parks, Séverine (Non quello di Venus in Furs ,ma una scrittrice femminista) Ella Fitzgerald
Sono state scelte 9 donne . Alcune le conoscevo bene, altre me le sono cercate. E siccome a Parigi le cose non le fanno quasi mai a metà, forse immaginando che non tutti le avrebbero conosciute tutte, e che qualcuno come me avrebbe potuto incuriosirsi,che hanno fatto? Una mostra fotografica e documentaristica gratuita.Aperta fino a fine settembre.Perche le vogliono far vedere ste donne.farle parlare , cantare volare,protestare, ancora una volta.

Ad Alemanno,glielo suggerite voi,che io sto fuori mano?

venerdì 14 settembre 2012

Violenza:nome comune di cosa.Femminile.


Ci sono quegli argomenti,che quando li tiri fuori, si autoalimentano.
Alcuni sono generazionali, tipo la guerra.Nomina la parola guerra di fronte a un gruppo di ultra settantenni,e si scatenerà l’inferno. Ognuno di loro potrà raccontare la sua parte di guerra,di fame,di povertà,di paura,di eroismo.
Altri sono di costume. Tipo i videogames, o il calcio, o una particolare serie televisiva o film.
Altri invece sono “di genere” .Di genere femminile principalmente. La violenza ad esempio.
Quella subita.
Con qualsiasi femmina mi sia capitato di parlare , di qualsiasi età, di qualsiasi estrazione sociale, tutte nessuna esclusa,mi ha potuto raccontare la sua storia di violenza subita.
Mi sono appena dovuta autocensurare.Perché? perché stavo scrivendo “piccola storia di violenza subita”.
Come se esistessero violenze piccole o grandi.Leggere o Gravi.
Come se la violenza non fosse orrenda e grave e inaccettabile sempre in qualsiasi sua espressione.
E se lo faccio io, che sono una femmina, come posso spiegarlo agli altri?
Come faccio a spiegare che una manata sul culo non è come dell’acido lanciato in faccia o essere stuprata con una barra di ferro.Ma non lo è solo nella forma. Lo è invece pienamente nella sostanza?
Forse l’unico modo è proprio raccontare quelle”piccole” storie di violenza quotidiana.Quelle che spariscono di fronte agli orrori che la cronaca racconta(oltretutto male).
Provare a raccontare che significa prendere un autobus. Sapere con certezza che su quell’autobus tu verrai stretta in un angolo,palpata,strusciata,spinta.
Provare a spiegare che la prima volta che ti succede sei talmente piccola(12, 13 anni?) e inerme.E ti vergogni,e non sai che fare.Ti senti impotente. Ma soprattutto ti vergogni. Ti vergogni anche la prima volta che una “donna” ti aiuta.Una che capisce che sta succedendo e ti dice”vieni qui regazzi” e si mette fra te e il porco di turno. Spiegare che questa vergogna te la porti appresso sempre,e che le tenti veramente tutte. Lo zaino spostato davanti o dietro le spalle, entrare e spingere per arrivare con le spalle verso le pareti, addirittura scendere dall’autobus e aspettare il prossimo.
Le provi veramente tutte,prima di riuscire a capire,che la vergogna non è la tua.Non deve essere la tua.
Le provi tutte prima di riuscire a trovare la voce e lo sguardo giusto per girarti,fissare il maiale negli occhi e dirgli “ allora,che hai deciso,te levi?” .
Le provi tutte prima di riuscire ad imparare a sopportare lo sguardo di disapprovazione,imbarazzo e vergogna degli altri passeggeri intorno a te.e a fregartene.
Le provi tutte prima di riuscire a capire che gli occhi bassi delle altre donne,quegli sguardi un po’ accusatori imbarazzati e sfuggenti, non ti devono ferire.
Che Loro, non hanno ancora trovato la voce.
Ma forse la prossima volta,si ricorderanno di te.Del porco che scende di corsa dal bus , magari lanciandoti un “troia” ma scende LUI stavolta,non tu.
Forse la prossima volta tireranno fuori la voce.

P.S
80 % delle donne che aggredite ,gridano,corrono.scappano,si difendono, riescono a salvarsi.
Ridurci al silenzio,è l’arma piu’ affilata che hanno.

domenica 9 settembre 2012

In qualunque corpo tu sia.



Kim Ki Duk ha vinto a Venezia. A quanto pare il suo "Pietà" ha messo d'accordo tutti.

Ho letto la notizia stamattina.Ho pensato:Bene,chissà quando esce a Parigi . Poi ho archiviato.

Girando su Flickr,come faccio spesso,mi sono imbattuta in una foto.  

Un uomo e una donna.
Sono Ordinari.Normali.Quotidiani. Si svegliano al mattino per andare in ufficio.Tornano a casa la sera.La spesa , le vacanze,la camicia stirata.Il copriletto.Si tengono per mano.
Si chiama The Lovers.

la potete vedere  qui, insieme ad altre molto belle fatte da questa "girl with a camera".

Comunque ho visto la foto. E mi è tornato in mente kim Ki Duk.
Qualche mese fa infatti, ho visto TIME.

Era la prima volta che vedevo un suo film.Di lui non conoscevo nulla.
Ho visto il film,accoccolata su un divano,con le luci spente e un bicchiere di wiskey vicino. E' un bel modo per conoscere un regista.
Nonostante la "felice" visione ,Time non è il mio Kim Ki Duk preferito.

Ferro 3,onirico e dolce,ha naturalmente la meglio nel mio cuore di dolce donzella. Ma Time è quello al quale penso piu' spesso.
Il film sul quale periodicamente mi arrovello.
Perchè di roba ce ne è tanta in quella pellicola.
Di domande ancora di piu'.
C'è l'amore.E l'ossessione.C'è la gelosia,quell'orrenda ferita che non guarisce mai,anzi si infetta e arrivi ad essere gelosa pure di te stessa.
C'è l'insicurezza. L'insicurezza di Se e dell'Altro.Quella fisica e quella emotiva. C'è la paura del tempo che passa. C'è la ricerca dell'espediente, quella folle speranza,o insana certezza,che solo il "nuovo" possa essere amato,ancora e ancora e ancora.
Una storia d'amore insomma.Una come tante.Una di quelle che ho ascoltato,raccontato,analizzato,sezionato,ridicolizzato,centinaia migliaia di volte,al pub con le amiche, fra sorsi di birra e sbuffi di sigaretta.
Sì,perchè alla fine,il minimo comun denominatore di tutta sta roba,è la domanda delle domande:

 L'amore dura?

BOH!

Ogni tanto , nella mia testa,mi arrampico sulle mani nel mare.mi accoccolo,e ci penso.