giovedì 13 dicembre 2012

Mai Stata Zitta

Stai zitta Cretina.
Stai zitta o t’ammazzo.
Stai zitta non lo dire a nessuno, che vergogna.
Stai zitta che i vicini ti sentono.
Stai zitta che i bambini si svegliano.
Stai zitta che mamma non lo deve sapere.
Stai zitta che tanto non gliene frega niente a nessuno di te.
Stai zitta tanto nessuno ti crede.
Stai zitta o ti licenzio.
Stai zitta non lo vedi che sei ridicola.
Stai zitta,tanto è cosi’ da che mondo è mondo.
Stai zitta e porta rispetto.
Stai zitta tanto nessuno ti sente.
Stai zitta troia.
Stai zitta o lo sapranno tutti.
Stai zitta e sopporta.
Stai zitta, che ti metti a raccontare i fatti tuoi in giro! E a chi?
Stai zitta,che vergogna per la tua famiglia.
Stai zitta,ma chi ti conosce !
Stai zitta ma chi ti guarda,non lo vedi quanto sei brutta!
Stai zitta ,bugiarda !
Stai zitta tanto nessuno ti aiuta.
Stai zitta,eri ubriaca ,ci stavi.
Stai zitta,ma dove andavi in giro a quell’ora di notte!
Stai zitta,ma guarda come sei vestita.
Stai zitta e fatti i fatti tuoi,che ti frega chi la conosce quella.
Stai zitta e fai finta di non sentire.
Stai zitta e fai finta di non vedere.
Stai zitta non sono affari tuoi.

E’ dietro tutti questi silenzi, che si nascondono gli uomini violenti.


lunedì 26 novembre 2012

Just take my impure thoughts and leave

Chi sia, cosa faccia,come, e quanto bene, lo dovreste leggere sul suo sito. Cliccando il Link sul suo nome.
Sotto invece,quello che penso io.Perchè mi piace cosi' tanto.Come mai continuo a cliccare sul suo sito,sperando abbia caricato un altro dei suoi piccoli capolavori.
L'ho visto la prima volta a Montmarte.in una piccola galleria che frequento. 
Mi sono avvicinata subito,immediatamente incuriosita da quei pupazzetti buffi,con occhi o denti troppo veri e grandi per essere casuali. Gli artisti non si sbagliano. E io volevo capire il perchè di quegli sguardi enormi.
I suoi disegni sono semplici, in effetti, e apparentemente infantili.
Chi non saprebbe riprodurre  una figura umana come quella?
Testone imponenti, corpi squadrati.
Non c'è quasi mai un fondale.
Lo spazio in cui si muovono i personaggi  di Jan, non è un luogo fisico.
I suoi bizzarri pupazzetti siedono di fronte alla paura, saltellano fra gioia e amore, indietreggiano solo per non bagnarsi i piedi di melanconia o tristezza.
Hanno occhi veri e grandissimi per guardarci meglio, e bocche grandi per baciarci o mangiarci...chissà!
I loro sono pensieri fruttati, riflessioni delicate come fiori, considerazioni di china e acquarello.
Così innocenti,così semplici,che non puoi non provare a rifletterci.
E all'improvviso, quello sgorbietto buffo, diventi tu.
Jan pur non conoscendoti, ti ha dipinto. Proprio te.
Non è meraviglioso? Si che lo è! Meraviglioso e fantastico come solo l'Arte puo' esserlo.

Il suo sito:

venerdì 2 novembre 2012

Il perfettissimo

14 scatti.Uno di fila all'altro.
E un titolo:
Ricerca della comodità in una poltrona scomoda.
 Bruno Munari  .
In 14 scatti la sua lucida riflessione sul design. Assolutamente irresistibile.


mercoledì 24 ottobre 2012

Chi l'ha vista.


Oggi con un'amica parlavamo di sparire.
Nulla a che vedere con una dieta drastica,assolutamente no.
Parlavamo del classico pacchetto di sigarette.
Sui pacchetti di sigarette ci scrivono che causano il cancro, che fanno venire le rughe, che ti appestano l'alito che manco un rospo ti bacerebbe, che ti ingialliscono le unghie e il giallo non va di moda , che ti cariano i denti. Mai  e dico MAI ci hanno scritto: Attenzione,alcuni pacchetti di sigarette funzionano da teletrasporto, li paghi sotto casa e li apri a Isla Mujeres.
Ma non era di sigarette che volevo parlare.Volevo parlare dello sparire.
Io sono sparita un sacco di volte.Come sparisco io manco mago Merlino.
Sono sparita da casa, sono sparita da scuola ( e non era una banale sega, dilettanti ,la mia è stata 37 giorni di studiata latitanza), sono sparita dal quartiere, dalla città, sono sparita anche dalle vite della gente che avevo intorno.
Sparisco di continuo. Pero' non sono mai sparita qui e riapparsa in un'isola esotica.
Quello mi piacerebbe.
Esci di casa, vai a comprare le sigarette, e alla modica cifra di 5 euro e 70 centesimi BAAAAM , Caraibi.
Mi tingo bionda, mi abbronzo, mi nutro di cocco, e mi spaccio per una ballerina di macarena dall'andamento equivoco e l'andatura dondolante.
Non mi troveranno mai. Gli altri.
 Io invece, se anche volessi perdermi non credo che ci riuscirei. Sono distratta con tutto tranne che con me stessa e gli accendini.
Credo sinceramente che anche se volessi perdere me stessa , alla fine sarebbe proprio come con gli accendini, ovvero sono uscita con uno e mi ritrovo ad averne tre.
Tre accendini li posso sostenere, tre Me decisamente no.Un pacchetto di sigarette a testa, 60 sigherette al giorno , mi puzzerebbero i capelli in modo impressionante.
Quindi, perdersi mai, sparire ....ogni tanto.Basta poco.Tipo oggi.
Ho buttato 270 e.mail non lette. Non so neanche chi le abbia scritte.
Seleziona tutto, cancella,svuota.
PUFF.Sparita.

sabato 20 ottobre 2012

E stupido ma necessario.


Perchè mi piace Truffaut?
Perchè Truffaut non nasconde mai nulla.
Nei suoi film c'è sempre tutto.
C'è la storia,quella importante,quella dei libri.
C'è la storia privata,quella dei protagonisti.
Ci sono le storie piccole delle persone piccole,quelle che attraversano lo schermo,anche solo per una frazione di secondo.
E tutte vengono raccontate,mostrate,senza dimenticare nulla.
Truffaut non spreca mai niente. Anche il piu' piccolo dei suoi personaggi, l'ultima delle sue comparse, ha un carattere, un suo passato un suo futuro. E anche solo passando,contribuisce alla Storia. A renderla vera.
 Si ma che vuol dire renderla vera? Come ci riesce? che fa che dice? E soprattutto che mi vedo?
 Jules et Jim ?
Perchè ancora non lo avete mai visto? Oddio! Poretti. Di corsa dovreste. Comunque no, non Jules et Jim.
Vedetevi

L'ULTIMO METRO'

Quanta  ce ne è di Storia in quella pellicola.
Il nazismo,l'antisemitismo,il razzismo,la resistenza,la guerra,l'omosessualità, la fame,la vita,la sopravvivenza,la menzogna il dubbio l'amore.

Quanta roba eh? Uno dice...che palle! Sarà un mattone.
E invece no!
E' sempre tutto cosi' semplice nei suoi film. La gente appare sullo schermo e semplicemente Vive.
Parla gioca ama nasconde recita cucina resiste.Fa del suo meglio o del suo peggio.
Cercano di andare avanti nonostante tutto quello che gli capita . E quello che gli capita non è roba da poco. Quello che gli capita è la vita.
E come fai a non appassionarti alla vita?
E infatti non puoi, e ti  appassioni.
Io poi mi appassiono talmente tanto che tutte le volte mi dimentico che l'ho già visto.E soffro. Mi preoccupo.
Sto lì  che mi smozzico le labbra e sospiro,ogni tanto sorrido.
E poi arriva la fine.
Prima c'è quella secchiata di realtà surreale raccontata con ironia e gusto,come solo Truffaut sa fare ,una pausa dalla Storia,nella Storia.
Il tempo di un respiro.
Poi  arriva l'ultima scena.
Risale il pathos, mi ri-smozzico le labbra, ricomincio a sospirare,a preoccuparmi,a sperare
quando  all'improvviso :
" OOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH"

domenica 14 ottobre 2012

The lady is aflame... and silent. Perfect


"Donna non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l'aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell'uomo: è l'insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna "


Quando piove brutto brutto e fa freddo io ho tre alternative creative.
Dipingo.
Cucino.
Vedo un film.
Ho momentaneamente finito le tele.Non ho nulla in frigo.Indovinate un po'? Ho visto un film.Anzi rivisto.
Orlando.
Orlando mi piace tanto.Mi piace tanto tutto.c'è la storia del femminismo in quel film.Tutte le tematiche sulle quali noi femmine sbattiamo la testa e i pugni da 250 anni,stanno tutte lì. Non ci sono le risposte,ma le risposte non te le danno mai.Te le devi cercare e pare pure che sia "il bello".

La prima volta che l'ho visto era un mercoledì pomeriggio del 1992.Cinema Sacher.
Ero con un'amica, e uscite dalla sala siamo andate a bere una cosa e a cercare la nostra risposta alle domande di Virginia Wolf.
Una in particolare ci assillava.
E se è sola?
Avevamo solo 18 anni,ma vivevamo entrambe con una mamma single.Padri non assenti,latitanti. Le nostre madri erano colte perché si erano pagate gli studi lavorando la sera,indipendenti perché sapevano di non poter contare su nessuno.Due libere professioniste,lavoravano ininterrottamente 12 ore al giorno per cercare di far quadrare i conti in casa, per mantenere quello status sociale che si erano conquistate. Erano le artefici e le vittime del cambiamento che avevano voluto e che in noi si stava realizzando.
Erano cresciute in famiglie tradizionali,dove tradizione stava per donna/moglie/madre non autodeterminata ma portavoce della volontà paterna.
L'educazione passava da: lo dico a tuo padre/fratello, ne parlo con tuo padre/fratello. Poco importava che fosse tutto un bluff,e che poi a decidere fossero magari loro, quelle madri operose e operaie che lavoravano in casa e fuori casa,organizzando tutto, facendo filare tutto.
Anche quando era la volontà della madre a dettare le regole,non lo faceva mai in prima persona.Ma sempre con i toni baritonali del padre di famiglia.Del maschio di casa.
Anche se non avevano rinunciato al potere,avevano rinunciato alla loro voce.
Poi gli anni 60/70. Il femminismo,la legge sul divorzio,la pillola anticoncezionale, gli antidolorifici, i tampax.
Le nostre madri avevano combattuto per una libertà che intuivano giusta,ma per la quale non erano state educate. Si sentivano mutilate. Abbandonate. Costantemente in difetto nei confronti di una società che disprezzavano ma dalla quale si sentivano disprezzate e rifiutate.
Avevano sognato una donna libera e indipendente, che non dovesse nascondersi dagli sguardi del padre e dei fratelli, non dovesse mentire in società,che non dovesse abbassare gli occhi o allungare le gonne.
Avevano pagato questo  sogno con la solitudine. Compagni immaturi emotivamente e culturalmente,gli avevano risputato addosso: eguaglianza libertà indipendenza.Distorcendone il senso. Piegandolo al loro scopo.Quella che doveva essere una conquista,gli veniva inflitta come una punizione.
Volevano l'indipendenza? ce l'avevano adesso.che se la cavassero da sole. O tornassero indietro.a casa da mamma. Con la testa bassa e la coda tra le gambe,ammettendo che le loro lotte non erano servite a nulla se non a distruggere quel poco di tutela al quale puo' aspirare una donna: un  nome,che non è il  suo ma  quello del marito.Una casa ,che non è sua  ma quella del marito. una vita in subaffitto, ma che nessuno ti puo' togliere, perché senza il divorzio: TU SEI SEMPRE LA MOGLIE.
Quando noi ne avevamo 18 di anni e vedevamo Orlando,queste mamme guerriere ne avevano 38.
Avevano una casa loro.Che non vivevano.Una casa come Itaca,abbandonata la mattina alle 7.30 e ritrovata la sera alle 20.00 solo per riposare e ripartire il mattino dopo.
A casa "da mamma"non ci erano tornate.Almeno questa di battaglia non l'avevano persa.
Ma ai nostri occhi non avevano neanche vinto.
Troppa fatica.Troppe lacrime.Troppo dolore. Non poteva essere questo l'indipendenza.
Una donna libera è una donna che non scappa,e non si nasconde.E glielo dicevamo.
Noi eravamo le figlie che loro  non capivano. Quelle che erano cresciute senza un maschio dentro casa,quelle che "lo dico a papà" non significava nulla,quelle che cucinavano e studiavano da sole da quando avevano 6 anni,quelle che per uscire non chiedevano il permesso perché tanto a casa non c'era nessuno a cui chiedere. Quelle che nessuno è mai andato a prenderle a scuola, o le ha accompagnate da qualche parte.
Per noi la solitudine non era la sorella nascosta di libertà e indipendenza.Noi la conoscevamo bene.
E non ci spaventava,anzi! Ci piaceva.L'agognavamo.
E'stata una guerra civile.Si sono sentite tradite per l'ennesima volta.Tradite dalla madre che non le aveva perdonate per aver voluto di piu',tradite dalle figlie che non comprendevano la loro paura di aver rotto irrimediabilmente l'unico mondo che conoscevano.
Adesso di anni ne ho 38.E sono sola. Ma non sono sola come era sola mia madre.
Nella mia solitudine non c'è assenza di un altro(con la minuscola come direbbe Simone de Beauvoir).Nella mia solitudine c'è la presenza di Me(con la maiuscola come dico Io sempre con la maiuscola).
Immagino che in qualche modo questo sia il mio "non tornare da mamma".
Quindi tornando a Orlando.
E se è sola?
Risposta libera.

Ah dimenticavo:
Gli uomini fanno tutto ma le donne fanno gli uomini.
Questa è mia nonna. Tipetto facile eh?!