venerdì 9 agosto 2013

Chi si accontenta gode....mica tanto.

Io il decreto non l’ho letto ancora, e forse, dico forse, tutto questo: Ha detto Alfano, E’ contento Alfano non mi aiuta a mantenermi serena perchè  se Alfano è contento, io non so perché…mi preoccupo.
Aspetto di avere il testo per le mani, ma qualche perplessità “a pelle” fatemela esprimere:
Aumenta di un terzo la pena se alla violenza assiste un minore di 18 anni e prevede maggiorazioni di pena se la violenza è commessa nei confronti di una donna in gravidanza o da parte del coniuge, anche se separato, e dal compagno, anche non convivente. "Stesso discorso varrà anche per il reato di stalking", ha detto Alfano.
Quindi io sono una donna. Mi becco un cazzotto in faccia, Pena ipotetica? Sparo cifra a caso facile per fare i conti dopo:  Un anno…MA, se nel mentre passa un diciassettenne ,c’è l’aggravante e diventa un anno e 4 mesi, piu’ spicci  se sono incinta o se a darmi il cazzotto è mio marito/compagno/convivente/fidanzato….A parte che mancano padri fratelli e cugini e zii, suggerirei di metterli in lista non si sa mai si risentissero, è sulla presenza del minorenne che si focalizzano le mie maggiori perplessità…il cazzotto in questione,se dato sotto gli occhi di un minorenne fa piu’ male? No. Un naso rotto è un naso rotto, chiunque stia a guardare. Forse i nostri ministri, volevano in questo modo farci capire che la violenza commessa di fronte ai minori ha un effetto traumatizzante e traumatico anche sui minori che assistono? Ok accusate il violento anche di danni nei confronti del minore e perseguitelo anche per questo, ma che centra l’aggravante?Se mettete l'aggravante potrebbe sembrare che dare un cazzotto in faccia ad una moglie/compagna sia peggio che darlo ad una "semplice donna di nessuno"  e che darlo ad una madre conclamata o potenziale sia ancora piu' grave, darlo poi di fronte agli occhi della prole gravissimo. Una bella classifica: donna sola 10 punti,donna sposata 20 punti donna con figlio 50, donna con figlio che assiste 100. 
Non puo' essere una cosa simile.  Magari è spiegato male e il testo mi chiarirà questo punto.
Poi
Querela irrevocabile - Altra novità importante, per Alfano, è che "una volta che è stata fatta la querela, quella querela è irrevocabile". "Sottraiamo noi - ha sottolineato il ministro - la vittima al rischio di una nuova intimidazione tendente a farle ritirare la querela".
Ma come è possibile? Esiste un altro caso simile? Esiste un altro reato la cui denuncia diventi immediatamente irrevocabile? Possibile mai che sia questo l’unico caso?  Mi viene tolta la possibilità di cambiare idea? Di ripensarci? Perché? Per proteggermi. Ha detto Alfano che cosi’ si sottraggono le vittime a rischi di nuova intimidazione. Alfano, io di vittime non so niente, so pero’ di donne,e sinceramente cosi’ l’unica cosa che mi sottrai è la libertà di decidere. E io solo al pensiero un po’ mi incazzo. Anzi leva un po’.
Devo aver capito male. Deve essere spiegato male .Devo leggere il testo integrale.
E poi ancora pensavo, Alfano dice, Alfano è contento, Alfano ci ha spiegato un sacco di punti di questo decreto legge, ma i fondi? I soldi per potenziare i centri di accoglienza? I fondi per garantire assistenza non solo legale, ma psicologica e sociale? La prevenzione? L’educazione?
Ci sarà sicuramente qualcosa in merito. Io aspetto il decreto legge ,e sono certa che avranno previsto anche i fondi. E poi lo ha detto anche Angelino Alfano "Le norme hanno tre obiettivi: prevenire violenza di genere, punirla in modo certo e proteggere le vittime".

PREVENIRE PUNIRE PROTEGGERE….Non possono essersi scordati proprio il Prevenire, è quello che viene per primo! Devo leggere il decreto legge.

domenica 21 luglio 2013

Le brave bambine vanno in paradiso.

Victim blaming occurs when the victim(s) of a crime, or any wrongful act are held entirely or partially responsible for the transgressions committed against them.

Nonna la spesa la faceva tutte le mattine. Prima di andare al lavoro. Pero’ la sera, se finiva qualcosa e bisognava comprarlo, non le andava di rivestirsi e uscire, quindi mandava me. I soldi mai contati, ma lista in mano con accanto i prezzi, e la previsione di resto da ricevere, tutto ben spiegato per essere certa che il pizzicagnolo non si approfittasse di una bambina che sapeva fare appena le addizioni. Poi sempre per proteggermi, mi ripeteva a voce quello che aveva scritto, e  infine sulla porta aggiungeva sempre la stessa tiritera: Prima di attraversare guarda prima a destra e poi a sinistra, passa quando non ci sono macchine, compra tutto non ti scordare niente, e torna subito a casa. Non parlare con nessuno, con quelli che non conosci  ma soprattutto con quelli che conosci, perché il piu’ pulito c’ha la rogna. Quello che mia nonna, per amore, faceva, era insegnarmi a proteggermi. Mi insegnava che la mia sicurezza dipende da me. Dal mio comportamento.  In molte siamo cresciute cosi’, in molte abbiamo sentito questa lezione.  Mano a mano che crescevamo cambiavano i pericoli dai quali dovevamo imparare a guardarci, il problema non erano piu’ le macchine che sfrecciavano  agli incroci, ma quelle  che ti rallentavano vicino,  e poi le scarpe la gonna, l’acconciatura.  Non ti mettere i tacchi , che se devi correre come fai? Non ti fare la coda, che mentre scappi
è facile da prendere, non ti vestire troppo appariscente , non vuoi farti notare mentre aspetti l’autobus . La lezione che le nostre nonne e mamme cercavano di ficcarci in testa, l’abbiamo poi risentita, in occasione di fatti di cronaca o di quartiere, sputata fuori da bocche senza amore : Sta cretina, in giro da sola a quell’ora di notte, se l’è cercata. E in fondo in fondo lo abbiamo pensato pure noi. In fondo lo abbiamo pensato: ma non lo sai che è pericoloso? Ma non lo sai che coi tacchi non si corre? Non lo sai che se bevi troppo poi diventi lenta? Tutte le volte che leggi / senti/ vivi un fatto di violenza la prima reazione, quella condizionata è sempre la stessa: dovevi/dovevo stare piu’ attenta. Dovevo immaginare che sarebbe successo, dovevo sospettare che lo avrebbe fatto, dovevo sapere che non mi stava dicendo verità , e ancora  se pure non potevo prevedere immaginare sapere allora  potevo/dovevo fare di piu’ correre di piu’ gridare di piu’ difendermi di piu’.  Quanto tempo ci vuole a perdonare a se stesse di esserci lasciate fare violenza? Quanto tempo ci vuole a superare la vergogna di non essere state in grado di difenderci? Troppo.
 Siamo state tutte bambine educate bene. Mo basta.
 Io non voglio piu’ stare attenta a quello che mi metto, non voglio scegliere le scarpe  in funzione del fatto che potrei dover correre per salvarmi il culo, voglio guardarmi allo specchio per vedere se sono carina, non se sono indecente(?) o troppo provocante, voglio che mia nipote di 17 anni sappia che il mondo è pieno di porci maledetti, ma non è colpa sua, e che se qualcuno ti fa del male, non lo fa perché eri ubriaca, o svestita, o hai riso troppo forte, lo fa perché è un mostro,  e che se il terrore ti taglia il fiato e non riesci a correre non è colpa tua,  se non ti sei difesa, non è colpa tua, se tutto quello che hai fatto  non è servito a fermarlo, non è colpa tua.  Non è vero che la violenza capita a chi se la cerca, non è vero che la violenza la eviti con un paio di jeans e le scarpe da ginnastica. La violenza capita. Ad una donna su cinque.

 La violenza capita anche perché si insegna alle bambine che non devono farsi fare violenza , ma raramente si insegna ai bambini che non si deve fare violenza.


sabato 25 maggio 2013

Quando uno indica la luna

Lo stolto guarda il dito.

Femminicidio.
Una parola.
Io la sento e penso ad una donna uccisa da un suo relativo ovvero padre,fratello,ex.
Ma il mondo è bello perché vario, quindi girando vedendo gente facendo cose, registro e riporto che alla parola femminicidio,la reazione non è univoca,anzi.
Qualche esempio:
La reazione di stampo  linguistico:
Alla parola femminicidio, il filologo rabbrividisce, storce la bocca, strabuzza gli occhi, sbuffa, e poi chiarisce:
femminicidio è una parole brutta.Non significa nulla, Al massimo possiamo usare ginecomicidio o ginecidio (se sei pigro e preferisci le scorciatoie,ovvio)ma femminicidio proprio no.
La reazione di stampo statistico:
Il matematico sa che il numero di femminicidi non è affatto in aumento, i dati vanno analizzati puliti,le percentuali hanno senso solo se relazionate al numero assoluto,se poi dovessimo paragonare la percentuale di femminicidi alla percentuale di omicidi per mafia,o per rapina?E se invece decidessimo di paragonare questo numero a quello di tutti gli omicidi commessi in europa? E poi bisogna chiarire, femminicidio che? Basta che a morire sia una donna? Perché ci sono pure le donne che muoiono sotto una macchina, in questo modo come distingui? Che ci metti ? l'incognita? I numeri sono importanti.
La reazione di stampo giuridico:
Il femminicidio non esiste. Esiste l'omicidio.Non basta? Perché sentite questo bisogno di specificare? Sottolineare? A che serve? Cavillate. E se ve lo dice un giurista che cavillate, dovreste crederci. E poi sarebbe anticostituzionale introdurre un reato di genere. E la costituzione si sa,non si tocca. Gli ultimi 20 anni di storia politica dovrebbero avervi convinte in merito.
La reazione di stampo complottista
Queste cose sono sempre successe. Adesso fanno notizia. 
Ogni anno va di moda un argomento diverso, vi ricordate quando si parlava di cani killer? E la vespa africana? l'aviaria? Depistaggi .I giornalisti pagati dalla politica, scrivono di donne ammazzate,montano un caso, solo per distogliere l'attenzione da ciò che conta veramente. da ciò che sui giornali dovrebbe esserci e invece non c'è, tipo le scie chimiche.
La reazione di stampo moderato:
E'vero succedono cose orribili e la violenza non va mai giustificata.non è una risposta MA... ci sono certe donne che proprio se la cercano! Che poi io dico, ma se lui ti mena, perché non lo lasci? Ci sei rimasta? Che ti aspettavi? Rinsavisse? E poi ste cose succedono pure per ignoranza. Nei quartieri poveri,degradati, queste sempre chiuse dentro casa, non lavorano , non hanno indipendenza e devono sopportare il padrone. E poi se vai in giro e mettere in mostra, prima o poi il matto lo incontri!

Femminicidio
Torniamo alla mia reazione:
124 donne nel 2012. Femminicidi? ginecomicidi? 124 donne morte ammazzate.
Non so se siano di più o di meno dell'anno prima. Non so se in percentuale crescano o diminuiscano,non so che percentuale siano del totale omicidi commessi. So che sono 124, e che per me anche 1 è troppo.
Non so come saranno giudicati i loro assassini, con quale reato andranno in prigione e per quale cavillo giudiziario otterranno delle riduzioni di pena o magari delle aggravanti. So che devono essere giudicati.
Non so perché i giornalisti ne parlino,ma penso che finalmente ne parlano,era ora.
Non so chi fossero quelle donne, dove lavorassero, come si vestissero,se avessero denunciato prima il loro aggressore o meno, ma so che non dovrebbero essere morte.

Quello che so è che 124 sono quelle morte. Quelle sfregiate? quelle sopravvissute? quelle malmenate? quelle minacciate?Non lo so. Quelle che non denunciano? Non lo so.Ma questi sono numeri che vorrei sapere. Conoscere
E ancora vorrei sapere: Quanti centri antiviolenza? Quanti assistenti sociali? Quanti fondi? Che leggi? Che tutele? Che tipo di assistenza? E nelle scuole? Si educa alla non violenza? I poliziotti che accolgono le denunce,sono preparati? sanno che dire? Che fare? O loro per primi pensano che uno schiaffo in fondo infondo non è reato e che fra moglie e marito...
 E poi un numero che ha attratto la mia attenzione:
I posti letto in Italia per accogliere e proteggere le donne che hanno avuto la forza/coraggio di denunciare? 500. Lo scrivo a lettere, cosi' sembrano di piu': CINQUECENTO.
Saranno sufficienti? Sospetto di no,ma aspetto con ansia le opinioni  in merito di matematici filologi giuristi e benpensanti.

Se poi siete curiosi come me, e volete leggervi due notizie, due numeri,due statistiche:





sabato 11 maggio 2013

La notte ci appartiene

la Nike sta organizzando una corsa.
Il manifesto è accattivante, l'ho notato in metropolitana, mentre correvo per arrivare in ufficio. Vedo la notte,vedo le ragazze, leggo lo slogan: WE OWN THE NIGHT.
Decido di fare tardi al lavoro,e fermarmi  a leggere bene.


È ORA DI ACCENDERE LA NOTTE
Questa è una corsa serale, come nessun altra prima d’ora. 10 chilometri di luci, suoni e di sorprese.
Accendi la tua città, poi festeggia con migliaia di ragazze come te.
Che tu corra per divertirti, per stare in forma o per qualcosa di più – chiama le tue amiche e fate vostra la notte.
Il tuo viaggio verso il traguardo è appena iniziato.(Se volete info sull'evento cercatele sul sito Nike.)

Quindi nike organizza una serie di eventi notturni,naturalmente outdoor, a metà fra il party e il training, con animazione e partecipazione su iscrizione e a pagamento. Si parla di luci,colore,sport,musica. Si incitano le donne ad illuminare la notte con la loro presenza,a riprendersela, anche se a pagamento, perchè la notte  ci appartiene.

Apprezzo lo sforzo.
Ci credo talmente tanto io a sta cosa che la notte ci appartiene, che sono pronta ad appoggiare qualsiasi iniziativa spinga le donne a muoversi.  Quindi parteciperò? No.
E vi spiego perchè, anzi ve lo racconto.

Un amico è appena tornato da Barcellona, mi ha comprato un regalo, vuole darmelo, mi invita a cena a casa sua. Quando arrivo da lui sono carina, sono vestita"da femmina", mi godo la mia cena, scarto il mio regalo,
sento musica. La serata è bella e noi abbiamo un sacco di cose da dirci e raccontarci, si fa tardi in un attimo, la metro sta per chiudere,ma io non ho voglia di tornare ancora. Resto a chiacchierare, sono quasi le 3 del mattino quando decido di tornare a casa.
Non voglio restare a dormire da lui, devo andare in ufficio domani.
Non voglio che lui mi accompagni a casa a piedi per poi dover tornare indietro a piedi, deve lavorare domani.
Non voglio prendere un tassi' sono poco piu' di 2km da qui a casa mia.
Esco e vado.
la notte mi appartiene.
Scendo in strada e comincio a camminare. Passo rapido, mani in tasca che fa freddo, sguardo dritto.
Il primo rompipalle si fa vivo neanche 5 minuti dopo. Mi cammina accanto,io non mi giro neanche a guardarlo, vado dritta, accelero il passo per uscire dai vicoli di quartiere e arrivare sul boulevard in mezzo alla gente, lui mi parla, non mi fisso neanche a capire che dice, arrivata sul boulevard faccio qualche altro metro, poi mi fermo lo fisso e gli ringhio" basta , vattene" cattiva e incazzata, lui rallenta , mi segue ancora un po', io faccio finta di non guardarlo ma in realtà lo seguo con la coda dell'occhio, si infila in un vicolo.
adesso le cose sono 2: o me lo sono levato dalle palle, o il vicolo risbuca sul boulevard ...magari piu' avanti, che faccio rischio? No, sto cavolo, attraverso e cambio lato.
Taglio l'incrocio,e riprendo a marciare verso casa. Mi maledico per non essermi messa i pantaloni ma uno schifo di gonna corta da femmina, mi benedico per non aver mai portato i tacchi in vita mia e avere ai piedi i miei soliti anfibi, comodi pure se devi correre, il tipo non lo vedo, menomale era solo un coglione, non rallento, le macchine mi passano accanto,  sono quasi arrivata a casa, un taxi mi rallenta al lato , io neanche mi giro, mi supera e si ferma 200 metri piu' avanti, di fronte un hotel.
Scendono il tassista e un uomo, io continuo a camminare ,l'uomo appena sceso si gira e mi fissa con il tassista accanto, quando mi ha a portata di voce mi chiede : serve un taxi mademoiselle ?
Io faccio cenno di no con la testa senza rallentare, e lui : Siete molto molto coraggiosa, bella e coraggiosa.
Vado avanti.
Sto quasi a casa,mancheranno 500 metri ,e c'ho una rabbia dentro che la metà basterebbe a fare luce su Parigi,altro che notte illuminata dalla Nike!
Coraggiosa? Coraggiosa?
E perchè dovrei essere coraggiosa?  Io non sono coraggiosa, io sto solo tornando a casa.
E non dovrebbe esserci bisogno di coraggio per tornare a casa.
Se c'è bisogno di avere coraggio, è perchè di notte ci sono troppi uomini che la pensano come te.
Ma mi rifiuto.
Mi rifiuto di farmi levare la notte, mi rifiuto di farmi levare la strada, il diritto di camminarla a qualsiasi ora, in qualsiasi modo, per qualsiasi motivo.
Io non vi lascio neanche un metro della mia libertà, e me la prendo passo a passo tutte le notti.
E ogni metro in piu' che faccio io, è un passo indietro che dovete fare voi, voi che pensate che una donna in giro di notte, da sola, o è pazza ,o cerca guai,  e che ha bisogno di coraggio o magari di qualcuno che le dia quello che cerca.
Continuo a camminare, mi accendo una sigaretta, sto in place de la republique adesso, solo pochi metri fra me e casa, me li faccio piu' lentamente,  qui è aperto, c'è spazio per camminare e guardare, e Parigi di notte è bellissima, incontro un'altra ragazza, anche lei torna a casa, ci sorridiamo.
A noi la notte non ce l'ha mai regalata nessuno, ma ce la siamo presa,e non azzardatevi a togliercela.

Quindi, io alla marcia Nike, non vado. Io marcio di notte da quando avevo 15 anni, e senza pagare per la partecipazione.






martedì 30 aprile 2013

Le pari opportunità e lo spazio che si meritano



Apro la Repubblica e leggo:

Donne.Discorso simile sulle pari opportunità, dove il premier non entra nel dettaglio della futura azione di governo. "Sull'occupazione femminile occorre fare molto di più - afferma - La maggiore presenza delle donne nella vita economica, sociale e politica dà straordinari contributi, ma siamo lontani dagli obiettivi europei: non siamo ancora un paese delle pari opportunità".


Fare molto di più. Concorderei, in linea di principio,ma...è troppo chiedere cosa?

E' troppo chiedere al governo di avere le idee chiare, un programma, uno straccio di "punto" da presentare, riguardo il 51,6% della popolazione italiana, 29 milioni di individui circa ?

No perché forse sono troppo severa io, ma devo ammettere che sentirmi dire almeno: Vorrei fare questo, questo, e anche questo, invece che "molto di più " mi renderebbe tutto il discorso meno ostile, un po' più credibile e mi aiuterebbe anche a sentirmi parimenti rappresentata.





sabato 23 marzo 2013

Voleva fare la modella


Le Femen
Se ne parla, vanno un casino.
Sono bellissime,bionde,giovani,agguerrite e nude.Come delle vere erinni,urlano sbraitano,
vengono abbrancate da poliziotti e malmenate da vecchiette con l'ombrello.
Fanno Notizia.
Giro un po' in rete e cerco commenti e opinioni.
Sono volgari.Sono violente.Le voglio vedere a 60 anni ancora nude.Se fossero brutte non si sarebbero mai spogliate.
Quindi? tutto si riduce a questo?
La risposta delle risposte è che le femen si spogliano perchè sono belle? Volevano fare le modelle,ma i posti erano già tutti presi
e allora si sono inventate sto mestiere di nicchia?
Beh ragazze mia,pessima scelta,perchè se aveste fatto le modelle,se le vostre tette e i vostri culi fossero stati esibiti per vendere una macchina,
un materasso,allora nessuno vi avrebbe accusato di essere violente.Amorali.Esibizioniste.
E a ragione.Perchè il corpo femminile, quando è oggetto,non spaventa.
il corpo femminile deve essere solo decorativo.fare arredamento,sennno' disturba.
Voi invece che fate? lo sparate in faccia al mondo,lo lasciate parlare,lo staccate dalle pareti,dai nudi d'autore,dai cartelloni pubblicitari,
ve ne riappropriate e pretendete di usarlo come se vi appartenesse,a voi e solo a voi.
Delle pazze.
E infatti pazze le chiamano.
Non mi nascondo,anche io ho tentennato di fronte ai corpi delle femen.Anche io ho pensato...ma non c'è un altro modo?
Perchè esporsi?Perchè bisogna SEMPRE esporsi?
Poi rimuginandoci sopra mi sono resa conto che metà del mio tentennamento era paura e vergogna e condizionamento.
Personalizzando,mi immaginavo al loro posto. pensavo come mi sarei sentita.
Al terrore che avrei provato nel ricevere una critica o un insulto...al mio messaggio?No al mio corpo.
Io,del mio corpo non sono ancora cosi' padrona. Se lo immagino nudo, lo immagino indifeso,oggetto.
Io non ce l'ho ancora la coscienza delle femen, il loro controllo, ed è da questo mio limite che nasceva la mia perplessità.
Sotto i miei dubbi c'era solo la mia paura.
L'altra metà? L'altra metà me l'ha chiarita Amina.
Amina è la prima Femen Tunisina.
Amina ha commesso almeno due peccati orribili:
Si è mostrata nuda. Si è appropriata del suo corpo,lo ha reso arma,e ha sparato contro i suoi oppressori.
Per questo Amina deve essere punita. il suo corpo deve essere punito, viene insultato( copriti che sei brutta)
e viene condannato al martirio tramite lapidazione. Il suo corpo deve essere distrutto.
In tutti questi anni di lotte,marce,manifestazioni,referendum,4 si,ho sempre sempre pensato che la mia forza stava nel rispetto.
Pretendevo rispetto perchè davo rispetto.
Non entro nelle tue chiese a chiederti come vivere scopare mangiare,ricambiami la cortesia.
Ma questo non accade. Amina non si è spogliata in una moschea,Amina non ha cercato di interferire nella vita dei religiosi,ha chiesto di smettere di interferire nella sua.
Oggettivamente la morale religiosa è fuori dalle chiese, nelle scuole,negli ospedali,nei comuni,nel codice civile,in televisione.
Mi circonda da mattina a sera, come due pulotti immaginari, pronti a braccarmi malmenarmi e zittirmi,in farmacia quando chiedo la pillola,in ospedale col 100%
di medici obiettori, in ufficio con fogli di dimissione firmati in bianco in caso resti incinta o scatti carrieristici bloccati...tanto ormai sei mamma!
E io strillo urlo sbraito,Come una Femen,divento ferale feroce e violenta.
Non mi interssa piu' che cosa vedono pensano e dicono,bloccata e braccata,mi interessa solo liberarmi.
E per liberarmi da una stretta cosi' violenta,comincio a pensare che ci voglia violenza.

lunedì 18 febbraio 2013

Io non ho mai voluto fare l’astronauta

Io non ho mai voluto fare l’astronauta.
Ho desiderato fare/essere veramente di tutto, ma l’astronauta mai.
Una delle mie occupazioni preferite ,in effetti ,era immaginarMI.
Non immaginare in generale, ma immaginare ME in una particolare situazione, che poi era la Mia vita nel futuro.
In tutti i futuri possibili, sia quelli futurissimi ,ovvero in astronavi di design anni 80  parcheggiate a spina in mondi verdi e acquosi popolati di insetti intelligenti scienziati fuori di testa e organizzazioni di ribelli niente male, che quelli passatissimi, rinascimentali, medioevali, addirittura paleolitici.
No, credetemi, non c’è incoerenza. Se  hai 10 anni, e ti immagini il tuo futuro di diciottenne nel paleolitico, anche se il paleolitico si è concluso  circa 2 milioni di anni fa, è comunque futuro.
Lo potremmo definire un futuro anteriore. Ma non lo confondete  con il tempo composto che tutti abbiamo studiato alle elementari e che nessuno usa mai perché in effetti non serve. O  meglio servirebbe pure ma si sa ,la consecutio temporum …..la tauromachia…
Comunque avevo un’immaginazione niente male io a quella età lì.
Sono stata con successo, un anatomopatologo che squartava cadaveri senza il minimo fremito delle labbra o tremito della mano. Avevo trovato anche l’aspetto positivo dell’anatomopatologia legale.
Lo volete sapere? Ve lo dico: Sei comunque un Dottore, ma non devi salvare la vita a nessuno. E soprattutto Non puoi ammazzarli. Sono già morti. Pratico.
Non sembra ma puo’ fare la differenza fra una vita schiacciata dal senso di responsabilità e asfissiata dai sensi di colpa, e una vita serena. In pace.
Sono stata svariate principesse. Non è un mestiere? Lo dite voi. E’ uno dei lavori peggiori si possa immaginare. Una faticaccia.ma io ero piuttosto brava. Ero una principessa tipo lady Oscar,molto democratica, severa ma giusta.
Sono stata diverse Dee, la migliore era una dea di mia invenzione, una specie di sirena che si chiamava zucchero perché aveva tutti i capelli bianchi.
Sono stata una cantante,un’attrice, una motociclista, una ladra, MAI UNA GUARDIA e lo scrivo maiuscolo e con orgoglio, una pittrice.
In quasi tutte le mie vite, ero single, vivevo in case con finestre enormi, senza mobili, circondata da pietre e acciaio. Il mio architetto interno era evidentemente un fissato dei loft.
Io da bimba mi immaginavo in tanti modi, ma mi immaginavo sempre sola. Felicemente sola. Bianca di pelle e di capelli, in case di roccia e acciao, senza nessuno intorno.
Ve lo dicevo.
Io da piccola non ho mai voluto fare l’astronauta che atterra sulla luna.
Io da piccola volevo fare la Luna.