sabato 8 marzo 2014

8 marzo.

Non me ne frega un cavolo di quello che farete o non farete oggi.


No. Non me ne frega nulla di quello che farete voi oggi.Del perchè lo farete o non lo farete.
Me ne fotto se preferite le rose i tulipani o l'erba di campo alla mimosa. Me ne frego di sentirvi sproloquiare su quanto sia vecchia questa manifestazione, su quanto siano eccessive le femministe,e che non la volete una festa della donna perchè la vostra festa è tutto l'anno. Io me ne frego,ed in effetti di feste delle donne so proprio poco....un po' di piu' so di donne alle quali fanno la festa. In ufficio, in famiglia, per strada, nelle leggi, in farmacia e in ospedale.A botte di legge 40 di revisione 194 di obiezione di coscienza di quote rosa. Ma non dubito di quello che dite, sia chiaro. Si vede che frequentiamo posti differenti.
Siete libere voi, siete emancipate, siete evolute. Non avete catene,fate tutto da sole e non vi sentite oppresse,mai. Voi ce l'avete la parità. Son contenta.
Io no. E quindi,scusate,ma  me ne frego di quanto siete libere E me ne frego di quello che farete o non farete oggi
In fondo in fondo sono convinta che farete oggi quello che fate sempre. Perchè 8 marzo non è un giorno è una vita. E perchè dovreste essere oggi diverse da come siete sempre?

Io oggi marcio, come ieri, come domani. per tutta la vita.Fino a che ce ne sarà anche solo una che non è libera. A cominciare da me.

lunedì 3 marzo 2014

Va bene lo ammetto:Ho un problema con i cereali.


Quando io ero piccola morivo dalla voglia di fare colazione coi corn flakes.Non era possibile. Mia nonna, implacabile tradizionalista che la televisione non la guardava neanche quando la spolverava,non ci pensava proprio a comprare i corn flakes. Non avrebbe saputo neanche come pronunciare la parola. Come glielo diceva al Sor Emilio, dell'emporio sotto casa? Al massimo avrebbe potuto chiedere dei fiocchi d'avena, ma non lo avrebbe mai fatto. I fiocchi 'avena? Per lei quello era cibo da cani, o da galline.

Quindi tutte le mattine mi svegliava con il tintinnio del cucchiaino nel bicchiere di vetro. Mescolava latte e orzobimbo, apparecchiava la tavola(si lei apparecchiava pure per colazione) e mi contava 5 biscotti. Mica biscottacci, no! Gentilini! Diciamocelo, non mi stava mica maltrattando, ma io ero piccola! la guardavo la televisione io, anche se un po' di nascosto, e nelle pubblicità c'erano i corn flakes, e io li volevo tantissimo! Li avevo assaggiati a casa di un'amichetta, figlia di separati che abitava con la mamma e non con la nonna, una mamma moderna, una che aveva fatto il 68 e quindi comprava i conflakes. Non sapevano di nulla.
E' vero. i primi corn flakes, quelli anni 80, quelli col gallo sulla scatola, erano solo cereali, nudi un po' insipidi, niente di che. Ma io li volevo.L'ho detto tantissimo? Lo ridico:Tantissimo.
Poco tempo dopo sono diventata anche io figlia di una madre moderna separata che aveva fatto il 68. Una madre cosi' faceva 2 lavori, stava fuori casa 14 ore al giorno,non aveva tempo per cucinare,faceva la spesa il sabato alla Standa, ti faceva mettere nel carrello tutto quello che volevi, basta che fosse rapido precotto e facile da scongelare o cucinare, che tanto te lo saresti dovuto preparare da sola.
Il mercato nel frattempo si era evoluto, americanizzato, ingolosito, ai primi cereali si erano affiancati i CHOCOPOPS.
Era riso soffiato, quindi fondamentalmente sempre cibo da cani, ma ricoperti di una patina cacaosa che ti colorava il latte di marrone e lo aromatizzava al Nesquik. Ovviamente io li compravo SEMPRE. in realtà non è che mi piacessero molto. il riso nel latte si ammollava subito, diventava una pappetta moscia che a me faceva senso anche solo avvicinare alle labbra figuriamoci ingoiare,ma i primi 45 secondi erano di estasi pura.
Riempivo la ciotola di questo riso nero croccantoso che mentre lo versavi faceva crsssssshshhhhhhhhhh, poi mettevo pochissimo latte, e cominciavo a sgranocchiare, al cinquantatreesimo secondo pappetta, bleah, basta mangio biscotto.
E poi?
E poi arriva l'adultescenza, quel periodo strano in cui vai a letto alle 4 del mattino dopo aver bevuto un cappuccino e mangiato un cornetto in mezzo alla strada ....o un panino......o una pizzetta, insomma dipende da quanto alcool devi assorbire,e ti risvegli tre ore dopo che, insomma, colazione l'hai già fatta! Quindi? Quindi nulla, in ufficio, caffè doppio alla macchinetta,e basta. Lunghi anni senza colazione, lunghi anni senza cereali.
Quasi non ci pensi piu' che la vita ti cambia ancora. C'hai una casa tua, dormi un po' di piu', bevi un po' di meno, fai la spesa,e li vedi. Scaffali interi pieni di cereali di ogni marca, forma e colore. Ce ne sono di Bio, di transgenici, ai 5 cereali, al riso, con le noccioline, la frutta disidratata,equosolidali, con le vitamine di rinforzo. Chi non trova il cereale dei suoi sogni? Chi non lo vuole! Un triste!
Ed io tutto posso essere,ma triste raramente.
Quindi.
Kellogs Extra Pepites.
Ci sono i cereali in fiocchi, croccanti! Non moscetti!Rivestiti di una patina sottile e non fastidiosa di zuccherino buono. E non sono soli, che si afflosciano! No! Li hanno legati in agglomerati croccantosi che quando li mordi dopo un minuto che stanno nel latte o nello yogurt ancora fanno crock!
Ci sono le nocciole a pezzetti,e le noccioline pure!
Ci sono le pepite di cioccolato!!!!
Sono senza dubbio alcuno i cereali dei miei sogni.
Quelli che avevo sempre desiderato fin dalla prima volta che avevo assaggiato i cereali.
Sono i cereali che immaginavo ogni volta che vedevo lo spot alla T.V.
Sono talmente buoni che sono buoni pure nel latte.E a me il latte mica mi piace tanto!
Sono talmente buoni che sono buoni pure da soli.Crudi. Tipo patatine.

Hanno 497 calorie per 100 grammi.

IO NON LI DEVO COMPRARE MAAAAAIIIIIPPPPPIUUUUUUUUUUUU?.

venerdì 9 agosto 2013

Chi si accontenta gode....mica tanto.

Io il decreto non l’ho letto ancora, e forse, dico forse, tutto questo: Ha detto Alfano, E’ contento Alfano non mi aiuta a mantenermi serena perchè  se Alfano è contento, io non so perché…mi preoccupo.
Aspetto di avere il testo per le mani, ma qualche perplessità “a pelle” fatemela esprimere:
Aumenta di un terzo la pena se alla violenza assiste un minore di 18 anni e prevede maggiorazioni di pena se la violenza è commessa nei confronti di una donna in gravidanza o da parte del coniuge, anche se separato, e dal compagno, anche non convivente. "Stesso discorso varrà anche per il reato di stalking", ha detto Alfano.
Quindi io sono una donna. Mi becco un cazzotto in faccia, Pena ipotetica? Sparo cifra a caso facile per fare i conti dopo:  Un anno…MA, se nel mentre passa un diciassettenne ,c’è l’aggravante e diventa un anno e 4 mesi, piu’ spicci  se sono incinta o se a darmi il cazzotto è mio marito/compagno/convivente/fidanzato….A parte che mancano padri fratelli e cugini e zii, suggerirei di metterli in lista non si sa mai si risentissero, è sulla presenza del minorenne che si focalizzano le mie maggiori perplessità…il cazzotto in questione,se dato sotto gli occhi di un minorenne fa piu’ male? No. Un naso rotto è un naso rotto, chiunque stia a guardare. Forse i nostri ministri, volevano in questo modo farci capire che la violenza commessa di fronte ai minori ha un effetto traumatizzante e traumatico anche sui minori che assistono? Ok accusate il violento anche di danni nei confronti del minore e perseguitelo anche per questo, ma che centra l’aggravante?Se mettete l'aggravante potrebbe sembrare che dare un cazzotto in faccia ad una moglie/compagna sia peggio che darlo ad una "semplice donna di nessuno"  e che darlo ad una madre conclamata o potenziale sia ancora piu' grave, darlo poi di fronte agli occhi della prole gravissimo. Una bella classifica: donna sola 10 punti,donna sposata 20 punti donna con figlio 50, donna con figlio che assiste 100. 
Non puo' essere una cosa simile.  Magari è spiegato male e il testo mi chiarirà questo punto.
Poi
Querela irrevocabile - Altra novità importante, per Alfano, è che "una volta che è stata fatta la querela, quella querela è irrevocabile". "Sottraiamo noi - ha sottolineato il ministro - la vittima al rischio di una nuova intimidazione tendente a farle ritirare la querela".
Ma come è possibile? Esiste un altro caso simile? Esiste un altro reato la cui denuncia diventi immediatamente irrevocabile? Possibile mai che sia questo l’unico caso?  Mi viene tolta la possibilità di cambiare idea? Di ripensarci? Perché? Per proteggermi. Ha detto Alfano che cosi’ si sottraggono le vittime a rischi di nuova intimidazione. Alfano, io di vittime non so niente, so pero’ di donne,e sinceramente cosi’ l’unica cosa che mi sottrai è la libertà di decidere. E io solo al pensiero un po’ mi incazzo. Anzi leva un po’.
Devo aver capito male. Deve essere spiegato male .Devo leggere il testo integrale.
E poi ancora pensavo, Alfano dice, Alfano è contento, Alfano ci ha spiegato un sacco di punti di questo decreto legge, ma i fondi? I soldi per potenziare i centri di accoglienza? I fondi per garantire assistenza non solo legale, ma psicologica e sociale? La prevenzione? L’educazione?
Ci sarà sicuramente qualcosa in merito. Io aspetto il decreto legge ,e sono certa che avranno previsto anche i fondi. E poi lo ha detto anche Angelino Alfano "Le norme hanno tre obiettivi: prevenire violenza di genere, punirla in modo certo e proteggere le vittime".

PREVENIRE PUNIRE PROTEGGERE….Non possono essersi scordati proprio il Prevenire, è quello che viene per primo! Devo leggere il decreto legge.

domenica 21 luglio 2013

Le brave bambine vanno in paradiso.

Victim blaming occurs when the victim(s) of a crime, or any wrongful act are held entirely or partially responsible for the transgressions committed against them.

Nonna la spesa la faceva tutte le mattine. Prima di andare al lavoro. Pero’ la sera, se finiva qualcosa e bisognava comprarlo, non le andava di rivestirsi e uscire, quindi mandava me. I soldi mai contati, ma lista in mano con accanto i prezzi, e la previsione di resto da ricevere, tutto ben spiegato per essere certa che il pizzicagnolo non si approfittasse di una bambina che sapeva fare appena le addizioni. Poi sempre per proteggermi, mi ripeteva a voce quello che aveva scritto, e  infine sulla porta aggiungeva sempre la stessa tiritera: Prima di attraversare guarda prima a destra e poi a sinistra, passa quando non ci sono macchine, compra tutto non ti scordare niente, e torna subito a casa. Non parlare con nessuno, con quelli che non conosci  ma soprattutto con quelli che conosci, perché il piu’ pulito c’ha la rogna. Quello che mia nonna, per amore, faceva, era insegnarmi a proteggermi. Mi insegnava che la mia sicurezza dipende da me. Dal mio comportamento.  In molte siamo cresciute cosi’, in molte abbiamo sentito questa lezione.  Mano a mano che crescevamo cambiavano i pericoli dai quali dovevamo imparare a guardarci, il problema non erano piu’ le macchine che sfrecciavano  agli incroci, ma quelle  che ti rallentavano vicino,  e poi le scarpe la gonna, l’acconciatura.  Non ti mettere i tacchi , che se devi correre come fai? Non ti fare la coda, che mentre scappi
è facile da prendere, non ti vestire troppo appariscente , non vuoi farti notare mentre aspetti l’autobus . La lezione che le nostre nonne e mamme cercavano di ficcarci in testa, l’abbiamo poi risentita, in occasione di fatti di cronaca o di quartiere, sputata fuori da bocche senza amore : Sta cretina, in giro da sola a quell’ora di notte, se l’è cercata. E in fondo in fondo lo abbiamo pensato pure noi. In fondo lo abbiamo pensato: ma non lo sai che è pericoloso? Ma non lo sai che coi tacchi non si corre? Non lo sai che se bevi troppo poi diventi lenta? Tutte le volte che leggi / senti/ vivi un fatto di violenza la prima reazione, quella condizionata è sempre la stessa: dovevi/dovevo stare piu’ attenta. Dovevo immaginare che sarebbe successo, dovevo sospettare che lo avrebbe fatto, dovevo sapere che non mi stava dicendo verità , e ancora  se pure non potevo prevedere immaginare sapere allora  potevo/dovevo fare di piu’ correre di piu’ gridare di piu’ difendermi di piu’.  Quanto tempo ci vuole a perdonare a se stesse di esserci lasciate fare violenza? Quanto tempo ci vuole a superare la vergogna di non essere state in grado di difenderci? Troppo.
 Siamo state tutte bambine educate bene. Mo basta.
 Io non voglio piu’ stare attenta a quello che mi metto, non voglio scegliere le scarpe  in funzione del fatto che potrei dover correre per salvarmi il culo, voglio guardarmi allo specchio per vedere se sono carina, non se sono indecente(?) o troppo provocante, voglio che mia nipote di 17 anni sappia che il mondo è pieno di porci maledetti, ma non è colpa sua, e che se qualcuno ti fa del male, non lo fa perché eri ubriaca, o svestita, o hai riso troppo forte, lo fa perché è un mostro,  e che se il terrore ti taglia il fiato e non riesci a correre non è colpa tua,  se non ti sei difesa, non è colpa tua, se tutto quello che hai fatto  non è servito a fermarlo, non è colpa tua.  Non è vero che la violenza capita a chi se la cerca, non è vero che la violenza la eviti con un paio di jeans e le scarpe da ginnastica. La violenza capita. Ad una donna su cinque.

 La violenza capita anche perché si insegna alle bambine che non devono farsi fare violenza , ma raramente si insegna ai bambini che non si deve fare violenza.


sabato 25 maggio 2013

Quando uno indica la luna

Lo stolto guarda il dito.

Femminicidio.
Una parola.
Io la sento e penso ad una donna uccisa da un suo relativo ovvero padre,fratello,ex.
Ma il mondo è bello perché vario, quindi girando vedendo gente facendo cose, registro e riporto che alla parola femminicidio,la reazione non è univoca,anzi.
Qualche esempio:
La reazione di stampo  linguistico:
Alla parola femminicidio, il filologo rabbrividisce, storce la bocca, strabuzza gli occhi, sbuffa, e poi chiarisce:
femminicidio è una parole brutta.Non significa nulla, Al massimo possiamo usare ginecomicidio o ginecidio (se sei pigro e preferisci le scorciatoie,ovvio)ma femminicidio proprio no.
La reazione di stampo statistico:
Il matematico sa che il numero di femminicidi non è affatto in aumento, i dati vanno analizzati puliti,le percentuali hanno senso solo se relazionate al numero assoluto,se poi dovessimo paragonare la percentuale di femminicidi alla percentuale di omicidi per mafia,o per rapina?E se invece decidessimo di paragonare questo numero a quello di tutti gli omicidi commessi in europa? E poi bisogna chiarire, femminicidio che? Basta che a morire sia una donna? Perché ci sono pure le donne che muoiono sotto una macchina, in questo modo come distingui? Che ci metti ? l'incognita? I numeri sono importanti.
La reazione di stampo giuridico:
Il femminicidio non esiste. Esiste l'omicidio.Non basta? Perché sentite questo bisogno di specificare? Sottolineare? A che serve? Cavillate. E se ve lo dice un giurista che cavillate, dovreste crederci. E poi sarebbe anticostituzionale introdurre un reato di genere. E la costituzione si sa,non si tocca. Gli ultimi 20 anni di storia politica dovrebbero avervi convinte in merito.
La reazione di stampo complottista
Queste cose sono sempre successe. Adesso fanno notizia. 
Ogni anno va di moda un argomento diverso, vi ricordate quando si parlava di cani killer? E la vespa africana? l'aviaria? Depistaggi .I giornalisti pagati dalla politica, scrivono di donne ammazzate,montano un caso, solo per distogliere l'attenzione da ciò che conta veramente. da ciò che sui giornali dovrebbe esserci e invece non c'è, tipo le scie chimiche.
La reazione di stampo moderato:
E'vero succedono cose orribili e la violenza non va mai giustificata.non è una risposta MA... ci sono certe donne che proprio se la cercano! Che poi io dico, ma se lui ti mena, perché non lo lasci? Ci sei rimasta? Che ti aspettavi? Rinsavisse? E poi ste cose succedono pure per ignoranza. Nei quartieri poveri,degradati, queste sempre chiuse dentro casa, non lavorano , non hanno indipendenza e devono sopportare il padrone. E poi se vai in giro e mettere in mostra, prima o poi il matto lo incontri!

Femminicidio
Torniamo alla mia reazione:
124 donne nel 2012. Femminicidi? ginecomicidi? 124 donne morte ammazzate.
Non so se siano di più o di meno dell'anno prima. Non so se in percentuale crescano o diminuiscano,non so che percentuale siano del totale omicidi commessi. So che sono 124, e che per me anche 1 è troppo.
Non so come saranno giudicati i loro assassini, con quale reato andranno in prigione e per quale cavillo giudiziario otterranno delle riduzioni di pena o magari delle aggravanti. So che devono essere giudicati.
Non so perché i giornalisti ne parlino,ma penso che finalmente ne parlano,era ora.
Non so chi fossero quelle donne, dove lavorassero, come si vestissero,se avessero denunciato prima il loro aggressore o meno, ma so che non dovrebbero essere morte.

Quello che so è che 124 sono quelle morte. Quelle sfregiate? quelle sopravvissute? quelle malmenate? quelle minacciate?Non lo so. Quelle che non denunciano? Non lo so.Ma questi sono numeri che vorrei sapere. Conoscere
E ancora vorrei sapere: Quanti centri antiviolenza? Quanti assistenti sociali? Quanti fondi? Che leggi? Che tutele? Che tipo di assistenza? E nelle scuole? Si educa alla non violenza? I poliziotti che accolgono le denunce,sono preparati? sanno che dire? Che fare? O loro per primi pensano che uno schiaffo in fondo infondo non è reato e che fra moglie e marito...
 E poi un numero che ha attratto la mia attenzione:
I posti letto in Italia per accogliere e proteggere le donne che hanno avuto la forza/coraggio di denunciare? 500. Lo scrivo a lettere, cosi' sembrano di piu': CINQUECENTO.
Saranno sufficienti? Sospetto di no,ma aspetto con ansia le opinioni  in merito di matematici filologi giuristi e benpensanti.

Se poi siete curiosi come me, e volete leggervi due notizie, due numeri,due statistiche:





sabato 11 maggio 2013

La notte ci appartiene

la Nike sta organizzando una corsa.
Il manifesto è accattivante, l'ho notato in metropolitana, mentre correvo per arrivare in ufficio. Vedo la notte,vedo le ragazze, leggo lo slogan: WE OWN THE NIGHT.
Decido di fare tardi al lavoro,e fermarmi  a leggere bene.


È ORA DI ACCENDERE LA NOTTE
Questa è una corsa serale, come nessun altra prima d’ora. 10 chilometri di luci, suoni e di sorprese.
Accendi la tua città, poi festeggia con migliaia di ragazze come te.
Che tu corra per divertirti, per stare in forma o per qualcosa di più – chiama le tue amiche e fate vostra la notte.
Il tuo viaggio verso il traguardo è appena iniziato.(Se volete info sull'evento cercatele sul sito Nike.)

Quindi nike organizza una serie di eventi notturni,naturalmente outdoor, a metà fra il party e il training, con animazione e partecipazione su iscrizione e a pagamento. Si parla di luci,colore,sport,musica. Si incitano le donne ad illuminare la notte con la loro presenza,a riprendersela, anche se a pagamento, perchè la notte  ci appartiene.

Apprezzo lo sforzo.
Ci credo talmente tanto io a sta cosa che la notte ci appartiene, che sono pronta ad appoggiare qualsiasi iniziativa spinga le donne a muoversi.  Quindi parteciperò? No.
E vi spiego perchè, anzi ve lo racconto.

Un amico è appena tornato da Barcellona, mi ha comprato un regalo, vuole darmelo, mi invita a cena a casa sua. Quando arrivo da lui sono carina, sono vestita"da femmina", mi godo la mia cena, scarto il mio regalo,
sento musica. La serata è bella e noi abbiamo un sacco di cose da dirci e raccontarci, si fa tardi in un attimo, la metro sta per chiudere,ma io non ho voglia di tornare ancora. Resto a chiacchierare, sono quasi le 3 del mattino quando decido di tornare a casa.
Non voglio restare a dormire da lui, devo andare in ufficio domani.
Non voglio che lui mi accompagni a casa a piedi per poi dover tornare indietro a piedi, deve lavorare domani.
Non voglio prendere un tassi' sono poco piu' di 2km da qui a casa mia.
Esco e vado.
la notte mi appartiene.
Scendo in strada e comincio a camminare. Passo rapido, mani in tasca che fa freddo, sguardo dritto.
Il primo rompipalle si fa vivo neanche 5 minuti dopo. Mi cammina accanto,io non mi giro neanche a guardarlo, vado dritta, accelero il passo per uscire dai vicoli di quartiere e arrivare sul boulevard in mezzo alla gente, lui mi parla, non mi fisso neanche a capire che dice, arrivata sul boulevard faccio qualche altro metro, poi mi fermo lo fisso e gli ringhio" basta , vattene" cattiva e incazzata, lui rallenta , mi segue ancora un po', io faccio finta di non guardarlo ma in realtà lo seguo con la coda dell'occhio, si infila in un vicolo.
adesso le cose sono 2: o me lo sono levato dalle palle, o il vicolo risbuca sul boulevard ...magari piu' avanti, che faccio rischio? No, sto cavolo, attraverso e cambio lato.
Taglio l'incrocio,e riprendo a marciare verso casa. Mi maledico per non essermi messa i pantaloni ma uno schifo di gonna corta da femmina, mi benedico per non aver mai portato i tacchi in vita mia e avere ai piedi i miei soliti anfibi, comodi pure se devi correre, il tipo non lo vedo, menomale era solo un coglione, non rallento, le macchine mi passano accanto,  sono quasi arrivata a casa, un taxi mi rallenta al lato , io neanche mi giro, mi supera e si ferma 200 metri piu' avanti, di fronte un hotel.
Scendono il tassista e un uomo, io continuo a camminare ,l'uomo appena sceso si gira e mi fissa con il tassista accanto, quando mi ha a portata di voce mi chiede : serve un taxi mademoiselle ?
Io faccio cenno di no con la testa senza rallentare, e lui : Siete molto molto coraggiosa, bella e coraggiosa.
Vado avanti.
Sto quasi a casa,mancheranno 500 metri ,e c'ho una rabbia dentro che la metà basterebbe a fare luce su Parigi,altro che notte illuminata dalla Nike!
Coraggiosa? Coraggiosa?
E perchè dovrei essere coraggiosa?  Io non sono coraggiosa, io sto solo tornando a casa.
E non dovrebbe esserci bisogno di coraggio per tornare a casa.
Se c'è bisogno di avere coraggio, è perchè di notte ci sono troppi uomini che la pensano come te.
Ma mi rifiuto.
Mi rifiuto di farmi levare la notte, mi rifiuto di farmi levare la strada, il diritto di camminarla a qualsiasi ora, in qualsiasi modo, per qualsiasi motivo.
Io non vi lascio neanche un metro della mia libertà, e me la prendo passo a passo tutte le notti.
E ogni metro in piu' che faccio io, è un passo indietro che dovete fare voi, voi che pensate che una donna in giro di notte, da sola, o è pazza ,o cerca guai,  e che ha bisogno di coraggio o magari di qualcuno che le dia quello che cerca.
Continuo a camminare, mi accendo una sigaretta, sto in place de la republique adesso, solo pochi metri fra me e casa, me li faccio piu' lentamente,  qui è aperto, c'è spazio per camminare e guardare, e Parigi di notte è bellissima, incontro un'altra ragazza, anche lei torna a casa, ci sorridiamo.
A noi la notte non ce l'ha mai regalata nessuno, ma ce la siamo presa,e non azzardatevi a togliercela.

Quindi, io alla marcia Nike, non vado. Io marcio di notte da quando avevo 15 anni, e senza pagare per la partecipazione.






martedì 30 aprile 2013

Le pari opportunità e lo spazio che si meritano



Apro la Repubblica e leggo:

Donne.Discorso simile sulle pari opportunità, dove il premier non entra nel dettaglio della futura azione di governo. "Sull'occupazione femminile occorre fare molto di più - afferma - La maggiore presenza delle donne nella vita economica, sociale e politica dà straordinari contributi, ma siamo lontani dagli obiettivi europei: non siamo ancora un paese delle pari opportunità".


Fare molto di più. Concorderei, in linea di principio,ma...è troppo chiedere cosa?

E' troppo chiedere al governo di avere le idee chiare, un programma, uno straccio di "punto" da presentare, riguardo il 51,6% della popolazione italiana, 29 milioni di individui circa ?

No perché forse sono troppo severa io, ma devo ammettere che sentirmi dire almeno: Vorrei fare questo, questo, e anche questo, invece che "molto di più " mi renderebbe tutto il discorso meno ostile, un po' più credibile e mi aiuterebbe anche a sentirmi parimenti rappresentata.