Visualizzazione post con etichetta sproloqui. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta sproloqui. Mostra tutti i post

sabato 30 maggio 2015

I bambini mostrano le cicatrici come medaglie. Gli amanti le usano come segreti da svelare. Una cicatrice è ciò che avviene quando la parola si fa carne. (Leonard Cohen)

Io non parlo mai di cancro.
Perché non parlo di cose che non conosco. Poi pero' ho messo a posto le foto,e mi sono capitate in mano due vecchie carte di identitá.Quelle di mia nonna. Due foto,scattate a distanza di 4 anni. Due persone diverse.Mentre succedeva, io non me ne sono accorta. In famiglia ormai dopo anni, ci scherziamo,dicendo che nonna é morta con una bella pelle.Si perché mia nonna ha avuto una cancro assurdo della pelle.Solo guardando quelle foto mi rendo contto della trasformazione radicale.Mentre no.Mentre le spalmavo la crema,e commentavo insieme alle mie zie"beh mi pare che sta meglio no?".

Le malattie spesso sono una cosa privata. Si soffre da soli.Il dolore lo senti solo tu.
In alcuni casi invece no. Ci sono malattie che non si limitano al privato, Non si limitano a farti del male in privato, i sono malattie che ti costringono a dichiararti malata.a mostrarti malata. Malattie che ti trasformano il corpo. Come si vive? Come si sopravvive? Io non lo so.L'ho visto, me  lo sono fatto raccontare, Ho cercato di capire,ma resta il fatto che non lo so.
Quando mi capita di vedere iniziative tipo FIOCCO ROSA, resto sempre un passo indietro. Non sono mai pro o contro. Le donne sono tante, con sensibilitá diverse per oguna di loro e cio' che é scioccante per una é necessario per un'altra, E comunque sento sempre che la mia opinione, in questo caso specifico, vale meno, Perché non é un'opinione(non avendo esperienza dei fatti) ma é un'impressione.Quindi  tendenzialmente taccio e ascolto.
Oggi pero' ho visto questo. #Survivors.  di Alexsandro Palombo.

Non amo particolarmente i focchi rosa,ma amo l'idea di riappropriarsi di un corpo che una malattia ha cercato di portarci via. Amo l'idea che cicatrice non sia sinonimo di vergogna,ma vittoria.  Amo l'idea di un corpo che é vivo. Orgogliosamente vivo.Un corpo di guerriera.Un corpo bello. un corpo vivo.Di donne belle.Donne vive.


sabato 4 aprile 2015

Il corpo é tuo per altri 90 giorni.


Nello stato dell'Indiana una donna é stata accusata  ed é stata condannata(20 anni di prigione) per essersi causata un aborto e non aver accudito il feto abortito. Trovate la storia qui:



Io non mi sto chiedendo se lo ha fatto o meno, non mi sto chiedendo,qualora lo abbia fatto, il perché lo ha fatto, non mi sto chiedendo come sia  possibile farlo, non mi sto chiedendo neanche se lo farei  io e in caso perché e come farei. Io non ho giudizi. Solo tante domande e un opinione.
ma iniziamo dalle domande, l'opinione ve la dico dopo.

Quanti sono 9 mesi? Se sei incinta e non lo desideri,troppi e troppo pochi allo stesso tempo.

Secondo legislazione italiana infatti, una donna ha diritto a chiedere e compiere un'interruzione di gravidanza entro i primi 90 giorni di gestazione. 

Quanto tempo hai per l'interruzione di gravidanza?
Per la legge italiana l'aborto è consentito nei primi 90 giorni di gestazione (cioè dal primo giorno dell'ultima mestruazione), che corrisponde in termini ecografici a 12 settimane e 6 giorni. Questo significa se hai 7 giorni di ritardo sei già al 37° giorno di gestazione, a meno che le tue mestruazioni siano irregolari, nel qual caso quello che conta è l'ecografia. Se l'ultima mestruazione è stata molto scarsa potresti essere incinta dal mese precedente e avere molto meno tempo di quanto supponi per fare l'aborto.(Metto in grassetto l'ultima frase perchénon so voi, ma a me,mi TERRORIZZA) 

Lo sospetti dopo 28 giorni, non ti vuoi far prendere dall'ansia quindi 48 ore di ritardo gliele concedi, poi sbrocchi vai in farmacia compri il test,e al trentesimo giorno scopri che sei incinta. Nei hai altri 60 per decidere cosa vuoi fare ed eventualmente farlo, quindi appuntamenti analisi colloqui, medici obiettori, ospedali senza medico non obiettore,insomma tante cose da pansare e da fare.

Non sono molti, poi se sei nata in alcune regioni di italia dove l'obiezione di coscienza é pratica comune(fino al 98% di obiettori in Liguria per esempio), sono ancora di meno.

E se non ti bastano? Basta?Fottuta?Ancora no. 

Se sei incinta da più di 90 giorni? 
La legge italiana consente l'interruzione della gravidanza oltre i 90 giorni solo in caso di grave rischio per la salute materna. Anche in caso di gravi malformazioni fetali si può ottenere l'interruzione della gravidanza solo con un certificato psichiatrico che attesti il rischio per la salute mentale della madre.

La legge quindi prevede che se il feto é gravemente malformato, o in caso di rischio per la salute della madre, é possibile ottenere l'interruzione di gravidanza.buono,Giusto.
C'é anche un altro caso, contemplato. La pazzia della madre.
Voi,giá madri non piu' solo donne, potete andare da uno psichiatra e farvi mettere nero su bianco,che un solo altro giorno di gravidanza vi fará perdere il senno.
Avete avuto 90 giorni per decidere cosa volevate fare, poi, senza motivo plausibile(feto sano, gravidanza normale) a differenza delle altre donne sane di mente, siete impazzita e avete deciso che voi madre non lo volete diventare. E' consentito, Lo dice lo psichiatra e lo dice la legge.
E per scelta? NO! 
Qualsiasi cosa sia successa nella tua vita, dopo il novantesimo giorno di gravidanza, perdita del lavoro, lutto collettivo,divorzio,crollo della casa, tutto va ricondotto ad una condizione psicologica fragile e a rischio. 
Non esiste la possibilitá di lucida decisione. Sei psicologicamente fragile,senno' te lo tenevi, stacce.

Ora l'opinione:
Non so a voi, ma a me sta data di scadenza apposta alla mia luciditá mentale, un po' mi irrita. Se poi penso a questa donna, finita sotto processo e condannata(nel peggiore dei casi senza essersi procurata volontariamente un aborto ma solo per averlo desiderato e poi ottenuto in modo non dipendente dalla sua volontá) per aver abortito al di fuori dei termini della legge dello stato dell'indiana, io impazzisco.
Se penso a quando a Napoli le forze dell'ordine entrarono in un ospedale su denuncia anonima a proposito di interruzioni di gravidanza praticate al di fuori dei termini di legge,e interrogarono una donna che aveva appena abortito, requisendo il "materiale abortivo"(cito a mente le parole che uso' all'epoca un giornalista), io impazzisco.

E non voglio sentire storie, tipo pillola preservativi stacci attenta, hai avuto 3 mesi,anzi 5. Non é il punto questo. Potremmo parlare di contraccezione, accesso alla contraccezione, educazione sessuale, mi trovate pronta, vi sono vicina, ma non é questo ORA il punto.

Il punto é il libero arbitrio. Il punto é che da un certo momento in poi, tu non conti piu', tu non sei piu' solo tu, ma sei un voi,e sei responsabile per la vita di un altro al punto tale che se fai qualcosa che la mette a rischio puoi essere accusata di feticidio. Non si tratta solo di volontá, e giá questo é gravissimo e inaccettabile, ma anche di mancanza di volontá di proteggere.Sei incinta di 6 mesi sali su una sedia per pulire le finestre cadi e perdi il feto? il tuo é stato un comportamento irresponsabile. E non lo sapro' mai se ci sei salita apposta o é stato un incidente.
Perché vorrei saperlo?

Perche credo fermamente che  una donna che voglia abortire, non debba fornire giustificazione per la sua scelta a nessuno se non a se stessa. Che abbia il diritto a tutto il supporto necessario, economico e psicologico, ma su sua richiesta e  in caso di( a suo giudizio) confusione o crisi ,e non per coercizione da parte dello stato.
Vorrei che da questi incontri ne potesse uscire  fuori  anche intatta nella sua persona e sanitá mentale , quale che sia la decisione presa, e non  sempre e solo come una persona a rischio di crollo psicologico.

Perché come dicevo all'inizio, non voglio sapere perché lo fa, come lo fa, quando lo fa , se io la farei perché come e quando. Non ho giudizi.
E per citare Jessica Valenti autrice dell'articolo nel link:

sono convinta che una donna che voglia abortire,lo fará, anche s la legge non glielo consente. e che la risposta dello stato a questo, dovrebbe essere supportiva e non punitiva.

When women are desperate to end their pregnancies, they will. The answer to this shouldn’t be punitive, but supportive
https://www.facebook.com/pages/Jessica-Valenti/360994083159?fref=nf),



mercoledì 14 gennaio 2015

Voi, oh, tutti voi NON ROMPETECI I COGLIONI!!!

La satira,a volte mi sciocca. A volte,quando guardo una vignetta, penso: ma che é sta porcata!
A volte trovo la satira offensiva,a volte eccessiva,spesso non elegante. A me personalmente il linguaggio della satira non appartiene. Sono piu' da critica costruttiva io, da scambio dialettico, roba tipo mettiamoci seduti e parliamone anche animatamente ma interagiamo. Della satira ho sempre pensato che fosse non un dialogo ma un monologo, che la animasse lo stesso spirito gigionesco di chi a scuola ti tirava giu' i pantaloni della tuta e poi urlava agli altri di guardare. Non é un dialogo, é un dito puntato.una presa in giro, uno scherzo fatto appositamente per rivelare il tuo punto debole. 
Perché va ammesso, uno lo scherzo lo regge bene e ci ride quando lo condivide, quando non si sente toccato, non quando lo accusa,non quando si sente realmente messo a nudo, in discussione, in ridicolo. Ecco, il motivo principale per cui io continuo a leggere satira é proprio questo: So che ogni volta che mi infastidisce, ho toccato un mio limite. Se una vignetta mi irrita, é perché su quell'argomento io ho perso il senno,la tolleranza,la capacitá di dialogo, Quando una vignetta mi infastidisce, significa che su quell'argomento io non accetto piu' altro confronto, o sei con me o contro di me. Una cosa orribile da pensare di se stessi!
Come si reagisce? boh io mi incazzo solo al pensiero di aver toccato un limite, mi vergogno di aver toccato un limite,e quindi ricomincio a studiare, che non significa cambiare opinione, ma ricordarsi che le opinioni possono sempre cambiare e che sicuramente devono continuare a cambiare approfondendosi, arricchendosi, mica smetto di non essere d'accordo, semplicemente lo so meglio quanto non sono d'accordo te lo spiego meglio quanto secondo me stai a dire una cazzata  ....poi  c'é chi decide che la cosa giusta da fare é smettere di dialogare,con chiunque abbia un'opinione diversa dalla sua .Mica perché é cattivo, fascista,razzista,sessista, no....per rispetto di se stesso ! Per educazione! Perché lo scherzo é bello solo quando dura poco,e soprattutto quando non coinvolge te. D'altronde LUI é  l'offeso, mica il censore! Lui normalmente scherza e ride su TUTTO(il resto) e di TUTTI(gli altri), solo che chiaramente ci sono alcune cose (le sue)  che  sono sacre, non si toccano, vanno rispettate, preservate, conservate. Non é censura! E' Buongusto(il suo) Buonsenso(sempre il suo) Rispetto( dovuto a lui) .
Lui é la vittima da tutelare,sua é la sensibilitá da salvare. E se non ci pensa lo stato a salvargli la sensibilitá, dovrá pensarci qualcun altro, in qualche modo.Qualunque modo.
Brutta bestia gli offesi,sanno portare rancore come pochi


Di F.e Cavanna
(Scrittore e disegnatore Francese)
Voi, i cristiani, gli ebrei, i musulmani, i buddisti, gli scintoisti, gli avventisti, i panteisti, i testimoni di questo e di quello, i satanisti, i guru, i maghi, le streghe, i santoni, quelli che tagliano la pelle del pistolino ai bambini, quelli che cuciono la passerina alle bambine, quelli che pregano ginocchioni, quelli che pregano a quattro zampe, quelli che pregano su una gamba sola, quelli che non mangiano questo e quello, quelli che si segnano con la destra, quelli che si segnano con la sinistra, quelli che si votano al Diavolo, perché delusi da Dio, quelli che pregano per far piovere, quelli che pregano per vincere al lotto, quelli che pregano perché non sia Aids, quelli che si cibano del loro Dio fatto a rondelle, quelli che non pisciano mai controvento, quelli che fanno l’elemosina per guadagnarsi il cielo, quelli che lapidano il capro espiatorio, quelli che sgozzano le pecore, quelli che credono di sopravvivere nei loro figli, quelli che credono di sopravvivere nelle loro opere, quelli che non vogliono discendere dalla scimmia, quelli che benedicono gli eserciti, quelli che benedicono le battute di caccia, quelli che cominceranno a vivere dopo la morte… Tutti voi, che non potete vivere senza un Papà Natale e senza un Padre castigatore. Tutti voi, che non potete sopportare di non essere altro che vermi di terra con un cervello. Tutti voi, che vi siete fabbricati un dio “perfetto” e “buono” tanto stupido, tanto meschino, tanto sanguinario, tanto geloso, tanto avido di lodi quanto il più stupido, il più meschino, il più sanguinario, il più geloso, il più avido di lodi tra voi.
Voi, oh, tutti voi NON ROMPETECI I COGLIONI!!!
Fate i vostri salamelecchi nella vostra capanna, chiudete bene la porta e soprattutto non corrompete i nostri ragazzi.

martedì 4 novembre 2014

Non sono i video, sono i commenti che non sopporto piu'

Il primo video lo hanno girato in Egitto. Era una ragazza, camminava in strada, una telecamera addosso, non c'erano commenti solo sguardi, gli sguardi di ogni singolo uomo che incrociava.Molto inquietante. Ultimamente hanno realizzato altri video, New York mi pare,e Roma. Agli sguardi si aggiungono i commenti.

Io sono una femmina, quei video non é che mi abbiano mostrato niente di nuovo.Giro con una faccia e con due tette da quando ho 13 anni. Niente di eccezionale sia chiaro, ne' la faccia ne' le tette, ma pare che bastino.

Di quei video io non ho ascoltato una sola parola. Le so. Conosco i bella, gli amore, i te rode er culo? vié qua che te lo gratto. Carini eh? I maschi per strada sanno essere dei gran poeti. Quello che non sanno é quanti sono. Ci saranno rimasti male? Voglio dire, quello che quando ti vede ti dice "ma quanto me ce vole per finitte tutta" sapendo che a fine giornata di stornelli ne hai collezionati una quindicina, non si sentirá troppo medio? Dispiacerebbe. Metti che poi mi si deprime e smette. Non sia mai! Io la mattina mi trucco solo per questo!

Comunque, come dicevo, prima gli sguardi, poi i commenti ...e alla fine i commentatori.

E che scrivono i commentatori?Riflessioni grosse che richiedono tempo e spazio, che non abbiamo quindi ve le riassumo:
 E che sará mai un complimento! Pensa quando sei vecchia e non te li fanno piu'.
Questo dicono.

A parte che dove sta scritto, metti che incontro il gerontofilo, vuoi che una fischiatina non me la fa? E poi ma puo' mai essere questo il punto?
Puo' essere mai che stiamo a discutere su un "bella"?Solo le "femministe"(ste zitelle acide e pelose che non le guarda nessuno racchie brutte che sono) si incazzano per un bella. E poi a tutte le donne piace ricevere i complimenti. Si sa. E  infatti fra i vari commenti (tralasciando le minacce di stupro gli insulti e le valutazioni estetiche  probabilmente scritti da parenti e amici per far crescere l'attenzione sul caso, niente di vero o serio sia chiaro) 
tirano un casino quelli tipo:fa cosi' perché é brutto, se le piaceva vedi come rideva
E ci mancherebbe pure che devo ride a chi non me piace! 

Qui non si parla di Belle(o brutte, perché le bocche si aprono pure per insultare) Qui si parla di spazio. Spazio vitale. E di cultura. 
Perché c'é il bella, ma c'é pure il "perché non ridi" e c'é quello che tu non guardi continui a camminare e lui ti segue e continua a parlarti e tu vai dritta e lui si innervosisce e magari si stufa ma magari no e ti strattona, o ti insulta. C'é quello che al bella fa seguire la manata o  il pizzico. 
Qui non si sta parlando di estetica, ma di etica .
Di due individui che camminano in strada uno si sente il padrone e puo' dire e fare cio' che vuole e ha dominio su se e cio' che lo circonda,l'altro no .L'altro é ospite in uno spazio non suo, nel quale puo' stare ma solo ed esclusivamente a disposizione dell'unico padrone assoluto, Il maschio.
Ecco, l'ho detto. MASCHIO PADRONE. E adesso mi vado a depilare, che io sono una femminista di tipo liscio.Voi guardatevi il video. Questo fa ride.


sabato 25 maggio 2013

Quando uno indica la luna

Lo stolto guarda il dito.

Femminicidio.
Una parola.
Io la sento e penso ad una donna uccisa da un suo relativo ovvero padre,fratello,ex.
Ma il mondo è bello perché vario, quindi girando vedendo gente facendo cose, registro e riporto che alla parola femminicidio,la reazione non è univoca,anzi.
Qualche esempio:
La reazione di stampo  linguistico:
Alla parola femminicidio, il filologo rabbrividisce, storce la bocca, strabuzza gli occhi, sbuffa, e poi chiarisce:
femminicidio è una parole brutta.Non significa nulla, Al massimo possiamo usare ginecomicidio o ginecidio (se sei pigro e preferisci le scorciatoie,ovvio)ma femminicidio proprio no.
La reazione di stampo statistico:
Il matematico sa che il numero di femminicidi non è affatto in aumento, i dati vanno analizzati puliti,le percentuali hanno senso solo se relazionate al numero assoluto,se poi dovessimo paragonare la percentuale di femminicidi alla percentuale di omicidi per mafia,o per rapina?E se invece decidessimo di paragonare questo numero a quello di tutti gli omicidi commessi in europa? E poi bisogna chiarire, femminicidio che? Basta che a morire sia una donna? Perché ci sono pure le donne che muoiono sotto una macchina, in questo modo come distingui? Che ci metti ? l'incognita? I numeri sono importanti.
La reazione di stampo giuridico:
Il femminicidio non esiste. Esiste l'omicidio.Non basta? Perché sentite questo bisogno di specificare? Sottolineare? A che serve? Cavillate. E se ve lo dice un giurista che cavillate, dovreste crederci. E poi sarebbe anticostituzionale introdurre un reato di genere. E la costituzione si sa,non si tocca. Gli ultimi 20 anni di storia politica dovrebbero avervi convinte in merito.
La reazione di stampo complottista
Queste cose sono sempre successe. Adesso fanno notizia. 
Ogni anno va di moda un argomento diverso, vi ricordate quando si parlava di cani killer? E la vespa africana? l'aviaria? Depistaggi .I giornalisti pagati dalla politica, scrivono di donne ammazzate,montano un caso, solo per distogliere l'attenzione da ciò che conta veramente. da ciò che sui giornali dovrebbe esserci e invece non c'è, tipo le scie chimiche.
La reazione di stampo moderato:
E'vero succedono cose orribili e la violenza non va mai giustificata.non è una risposta MA... ci sono certe donne che proprio se la cercano! Che poi io dico, ma se lui ti mena, perché non lo lasci? Ci sei rimasta? Che ti aspettavi? Rinsavisse? E poi ste cose succedono pure per ignoranza. Nei quartieri poveri,degradati, queste sempre chiuse dentro casa, non lavorano , non hanno indipendenza e devono sopportare il padrone. E poi se vai in giro e mettere in mostra, prima o poi il matto lo incontri!

Femminicidio
Torniamo alla mia reazione:
124 donne nel 2012. Femminicidi? ginecomicidi? 124 donne morte ammazzate.
Non so se siano di più o di meno dell'anno prima. Non so se in percentuale crescano o diminuiscano,non so che percentuale siano del totale omicidi commessi. So che sono 124, e che per me anche 1 è troppo.
Non so come saranno giudicati i loro assassini, con quale reato andranno in prigione e per quale cavillo giudiziario otterranno delle riduzioni di pena o magari delle aggravanti. So che devono essere giudicati.
Non so perché i giornalisti ne parlino,ma penso che finalmente ne parlano,era ora.
Non so chi fossero quelle donne, dove lavorassero, come si vestissero,se avessero denunciato prima il loro aggressore o meno, ma so che non dovrebbero essere morte.

Quello che so è che 124 sono quelle morte. Quelle sfregiate? quelle sopravvissute? quelle malmenate? quelle minacciate?Non lo so. Quelle che non denunciano? Non lo so.Ma questi sono numeri che vorrei sapere. Conoscere
E ancora vorrei sapere: Quanti centri antiviolenza? Quanti assistenti sociali? Quanti fondi? Che leggi? Che tutele? Che tipo di assistenza? E nelle scuole? Si educa alla non violenza? I poliziotti che accolgono le denunce,sono preparati? sanno che dire? Che fare? O loro per primi pensano che uno schiaffo in fondo infondo non è reato e che fra moglie e marito...
 E poi un numero che ha attratto la mia attenzione:
I posti letto in Italia per accogliere e proteggere le donne che hanno avuto la forza/coraggio di denunciare? 500. Lo scrivo a lettere, cosi' sembrano di piu': CINQUECENTO.
Saranno sufficienti? Sospetto di no,ma aspetto con ansia le opinioni  in merito di matematici filologi giuristi e benpensanti.

Se poi siete curiosi come me, e volete leggervi due notizie, due numeri,due statistiche:





martedì 30 aprile 2013

Le pari opportunità e lo spazio che si meritano



Apro la Repubblica e leggo:

Donne.Discorso simile sulle pari opportunità, dove il premier non entra nel dettaglio della futura azione di governo. "Sull'occupazione femminile occorre fare molto di più - afferma - La maggiore presenza delle donne nella vita economica, sociale e politica dà straordinari contributi, ma siamo lontani dagli obiettivi europei: non siamo ancora un paese delle pari opportunità".


Fare molto di più. Concorderei, in linea di principio,ma...è troppo chiedere cosa?

E' troppo chiedere al governo di avere le idee chiare, un programma, uno straccio di "punto" da presentare, riguardo il 51,6% della popolazione italiana, 29 milioni di individui circa ?

No perché forse sono troppo severa io, ma devo ammettere che sentirmi dire almeno: Vorrei fare questo, questo, e anche questo, invece che "molto di più " mi renderebbe tutto il discorso meno ostile, un po' più credibile e mi aiuterebbe anche a sentirmi parimenti rappresentata.





sabato 23 marzo 2013

Voleva fare la modella


Le Femen
Se ne parla, vanno un casino.
Sono bellissime,bionde,giovani,agguerrite e nude.Come delle vere erinni,urlano sbraitano,
vengono abbrancate da poliziotti e malmenate da vecchiette con l'ombrello.
Fanno Notizia.
Giro un po' in rete e cerco commenti e opinioni.
Sono volgari.Sono violente.Le voglio vedere a 60 anni ancora nude.Se fossero brutte non si sarebbero mai spogliate.
Quindi? tutto si riduce a questo?
La risposta delle risposte è che le femen si spogliano perchè sono belle? Volevano fare le modelle,ma i posti erano già tutti presi
e allora si sono inventate sto mestiere di nicchia?
Beh ragazze mia,pessima scelta,perchè se aveste fatto le modelle,se le vostre tette e i vostri culi fossero stati esibiti per vendere una macchina,
un materasso,allora nessuno vi avrebbe accusato di essere violente.Amorali.Esibizioniste.
E a ragione.Perchè il corpo femminile, quando è oggetto,non spaventa.
il corpo femminile deve essere solo decorativo.fare arredamento,sennno' disturba.
Voi invece che fate? lo sparate in faccia al mondo,lo lasciate parlare,lo staccate dalle pareti,dai nudi d'autore,dai cartelloni pubblicitari,
ve ne riappropriate e pretendete di usarlo come se vi appartenesse,a voi e solo a voi.
Delle pazze.
E infatti pazze le chiamano.
Non mi nascondo,anche io ho tentennato di fronte ai corpi delle femen.Anche io ho pensato...ma non c'è un altro modo?
Perchè esporsi?Perchè bisogna SEMPRE esporsi?
Poi rimuginandoci sopra mi sono resa conto che metà del mio tentennamento era paura e vergogna e condizionamento.
Personalizzando,mi immaginavo al loro posto. pensavo come mi sarei sentita.
Al terrore che avrei provato nel ricevere una critica o un insulto...al mio messaggio?No al mio corpo.
Io,del mio corpo non sono ancora cosi' padrona. Se lo immagino nudo, lo immagino indifeso,oggetto.
Io non ce l'ho ancora la coscienza delle femen, il loro controllo, ed è da questo mio limite che nasceva la mia perplessità.
Sotto i miei dubbi c'era solo la mia paura.
L'altra metà? L'altra metà me l'ha chiarita Amina.
Amina è la prima Femen Tunisina.
Amina ha commesso almeno due peccati orribili:
Si è mostrata nuda. Si è appropriata del suo corpo,lo ha reso arma,e ha sparato contro i suoi oppressori.
Per questo Amina deve essere punita. il suo corpo deve essere punito, viene insultato( copriti che sei brutta)
e viene condannato al martirio tramite lapidazione. Il suo corpo deve essere distrutto.
In tutti questi anni di lotte,marce,manifestazioni,referendum,4 si,ho sempre sempre pensato che la mia forza stava nel rispetto.
Pretendevo rispetto perchè davo rispetto.
Non entro nelle tue chiese a chiederti come vivere scopare mangiare,ricambiami la cortesia.
Ma questo non accade. Amina non si è spogliata in una moschea,Amina non ha cercato di interferire nella vita dei religiosi,ha chiesto di smettere di interferire nella sua.
Oggettivamente la morale religiosa è fuori dalle chiese, nelle scuole,negli ospedali,nei comuni,nel codice civile,in televisione.
Mi circonda da mattina a sera, come due pulotti immaginari, pronti a braccarmi malmenarmi e zittirmi,in farmacia quando chiedo la pillola,in ospedale col 100%
di medici obiettori, in ufficio con fogli di dimissione firmati in bianco in caso resti incinta o scatti carrieristici bloccati...tanto ormai sei mamma!
E io strillo urlo sbraito,Come una Femen,divento ferale feroce e violenta.
Non mi interssa piu' che cosa vedono pensano e dicono,bloccata e braccata,mi interessa solo liberarmi.
E per liberarmi da una stretta cosi' violenta,comincio a pensare che ci voglia violenza.

domenica 14 ottobre 2012

The lady is aflame... and silent. Perfect


"Donna non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l'aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell'uomo: è l'insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna "


Quando piove brutto brutto e fa freddo io ho tre alternative creative.
Dipingo.
Cucino.
Vedo un film.
Ho momentaneamente finito le tele.Non ho nulla in frigo.Indovinate un po'? Ho visto un film.Anzi rivisto.
Orlando.
Orlando mi piace tanto.Mi piace tanto tutto.c'è la storia del femminismo in quel film.Tutte le tematiche sulle quali noi femmine sbattiamo la testa e i pugni da 250 anni,stanno tutte lì. Non ci sono le risposte,ma le risposte non te le danno mai.Te le devi cercare e pare pure che sia "il bello".

La prima volta che l'ho visto era un mercoledì pomeriggio del 1992.Cinema Sacher.
Ero con un'amica, e uscite dalla sala siamo andate a bere una cosa e a cercare la nostra risposta alle domande di Virginia Wolf.
Una in particolare ci assillava.
E se è sola?
Avevamo solo 18 anni,ma vivevamo entrambe con una mamma single.Padri non assenti,latitanti. Le nostre madri erano colte perché si erano pagate gli studi lavorando la sera,indipendenti perché sapevano di non poter contare su nessuno.Due libere professioniste,lavoravano ininterrottamente 12 ore al giorno per cercare di far quadrare i conti in casa, per mantenere quello status sociale che si erano conquistate. Erano le artefici e le vittime del cambiamento che avevano voluto e che in noi si stava realizzando.
Erano cresciute in famiglie tradizionali,dove tradizione stava per donna/moglie/madre non autodeterminata ma portavoce della volontà paterna.
L'educazione passava da: lo dico a tuo padre/fratello, ne parlo con tuo padre/fratello. Poco importava che fosse tutto un bluff,e che poi a decidere fossero magari loro, quelle madri operose e operaie che lavoravano in casa e fuori casa,organizzando tutto, facendo filare tutto.
Anche quando era la volontà della madre a dettare le regole,non lo faceva mai in prima persona.Ma sempre con i toni baritonali del padre di famiglia.Del maschio di casa.
Anche se non avevano rinunciato al potere,avevano rinunciato alla loro voce.
Poi gli anni 60/70. Il femminismo,la legge sul divorzio,la pillola anticoncezionale, gli antidolorifici, i tampax.
Le nostre madri avevano combattuto per una libertà che intuivano giusta,ma per la quale non erano state educate. Si sentivano mutilate. Abbandonate. Costantemente in difetto nei confronti di una società che disprezzavano ma dalla quale si sentivano disprezzate e rifiutate.
Avevano sognato una donna libera e indipendente, che non dovesse nascondersi dagli sguardi del padre e dei fratelli, non dovesse mentire in società,che non dovesse abbassare gli occhi o allungare le gonne.
Avevano pagato questo  sogno con la solitudine. Compagni immaturi emotivamente e culturalmente,gli avevano risputato addosso: eguaglianza libertà indipendenza.Distorcendone il senso. Piegandolo al loro scopo.Quella che doveva essere una conquista,gli veniva inflitta come una punizione.
Volevano l'indipendenza? ce l'avevano adesso.che se la cavassero da sole. O tornassero indietro.a casa da mamma. Con la testa bassa e la coda tra le gambe,ammettendo che le loro lotte non erano servite a nulla se non a distruggere quel poco di tutela al quale puo' aspirare una donna: un  nome,che non è il  suo ma  quello del marito.Una casa ,che non è sua  ma quella del marito. una vita in subaffitto, ma che nessuno ti puo' togliere, perché senza il divorzio: TU SEI SEMPRE LA MOGLIE.
Quando noi ne avevamo 18 di anni e vedevamo Orlando,queste mamme guerriere ne avevano 38.
Avevano una casa loro.Che non vivevano.Una casa come Itaca,abbandonata la mattina alle 7.30 e ritrovata la sera alle 20.00 solo per riposare e ripartire il mattino dopo.
A casa "da mamma"non ci erano tornate.Almeno questa di battaglia non l'avevano persa.
Ma ai nostri occhi non avevano neanche vinto.
Troppa fatica.Troppe lacrime.Troppo dolore. Non poteva essere questo l'indipendenza.
Una donna libera è una donna che non scappa,e non si nasconde.E glielo dicevamo.
Noi eravamo le figlie che loro  non capivano. Quelle che erano cresciute senza un maschio dentro casa,quelle che "lo dico a papà" non significava nulla,quelle che cucinavano e studiavano da sole da quando avevano 6 anni,quelle che per uscire non chiedevano il permesso perché tanto a casa non c'era nessuno a cui chiedere. Quelle che nessuno è mai andato a prenderle a scuola, o le ha accompagnate da qualche parte.
Per noi la solitudine non era la sorella nascosta di libertà e indipendenza.Noi la conoscevamo bene.
E non ci spaventava,anzi! Ci piaceva.L'agognavamo.
E'stata una guerra civile.Si sono sentite tradite per l'ennesima volta.Tradite dalla madre che non le aveva perdonate per aver voluto di piu',tradite dalle figlie che non comprendevano la loro paura di aver rotto irrimediabilmente l'unico mondo che conoscevano.
Adesso di anni ne ho 38.E sono sola. Ma non sono sola come era sola mia madre.
Nella mia solitudine non c'è assenza di un altro(con la minuscola come direbbe Simone de Beauvoir).Nella mia solitudine c'è la presenza di Me(con la maiuscola come dico Io sempre con la maiuscola).
Immagino che in qualche modo questo sia il mio "non tornare da mamma".
Quindi tornando a Orlando.
E se è sola?
Risposta libera.

Ah dimenticavo:
Gli uomini fanno tutto ma le donne fanno gli uomini.
Questa è mia nonna. Tipetto facile eh?!

mercoledì 26 settembre 2012

Ma come parli? Come parli? Le parole sono importanti!


"Io sono sopravvisuta ad un quartiere lowcost,e mi sono trasferita qui prima che andasse di moda"
L'ho sentita veramente questa.Su ponte casilino. Ferma ad un semaforo pedonale.Pronunciata, sul serio e seriamente, da una donna.
"Sopravvissuta".
"Low cost".
Aveste sentito il tono epico! In quel sopravvissuta la pulzella ci ha messo anni e anni e anni di periferia. La fatica che deve aver fatto! I pericoli che avrà affrontato!Viva per miracolo, porelletta.
E"low cost" come sinonimo di popolare? Niente male eh? Perchè periferia si, ma l'inglese lo si mastica un po' tutti! Ecchediamine!
Non ho mosso un muscolo.
La mia faccia è rimasta inespressiva come quella di Massimo Ciavarro all'apice della carriera cinematografica.
Fra me e me pero'...



venerdì 14 settembre 2012

Violenza:nome comune di cosa.Femminile.


Ci sono quegli argomenti,che quando li tiri fuori, si autoalimentano.
Alcuni sono generazionali, tipo la guerra.Nomina la parola guerra di fronte a un gruppo di ultra settantenni,e si scatenerà l’inferno. Ognuno di loro potrà raccontare la sua parte di guerra,di fame,di povertà,di paura,di eroismo.
Altri sono di costume. Tipo i videogames, o il calcio, o una particolare serie televisiva o film.
Altri invece sono “di genere” .Di genere femminile principalmente. La violenza ad esempio.
Quella subita.
Con qualsiasi femmina mi sia capitato di parlare , di qualsiasi età, di qualsiasi estrazione sociale, tutte nessuna esclusa,mi ha potuto raccontare la sua storia di violenza subita.
Mi sono appena dovuta autocensurare.Perché? perché stavo scrivendo “piccola storia di violenza subita”.
Come se esistessero violenze piccole o grandi.Leggere o Gravi.
Come se la violenza non fosse orrenda e grave e inaccettabile sempre in qualsiasi sua espressione.
E se lo faccio io, che sono una femmina, come posso spiegarlo agli altri?
Come faccio a spiegare che una manata sul culo non è come dell’acido lanciato in faccia o essere stuprata con una barra di ferro.Ma non lo è solo nella forma. Lo è invece pienamente nella sostanza?
Forse l’unico modo è proprio raccontare quelle”piccole” storie di violenza quotidiana.Quelle che spariscono di fronte agli orrori che la cronaca racconta(oltretutto male).
Provare a raccontare che significa prendere un autobus. Sapere con certezza che su quell’autobus tu verrai stretta in un angolo,palpata,strusciata,spinta.
Provare a spiegare che la prima volta che ti succede sei talmente piccola(12, 13 anni?) e inerme.E ti vergogni,e non sai che fare.Ti senti impotente. Ma soprattutto ti vergogni. Ti vergogni anche la prima volta che una “donna” ti aiuta.Una che capisce che sta succedendo e ti dice”vieni qui regazzi” e si mette fra te e il porco di turno. Spiegare che questa vergogna te la porti appresso sempre,e che le tenti veramente tutte. Lo zaino spostato davanti o dietro le spalle, entrare e spingere per arrivare con le spalle verso le pareti, addirittura scendere dall’autobus e aspettare il prossimo.
Le provi veramente tutte,prima di riuscire a capire,che la vergogna non è la tua.Non deve essere la tua.
Le provi tutte prima di riuscire a trovare la voce e lo sguardo giusto per girarti,fissare il maiale negli occhi e dirgli “ allora,che hai deciso,te levi?” .
Le provi tutte prima di riuscire ad imparare a sopportare lo sguardo di disapprovazione,imbarazzo e vergogna degli altri passeggeri intorno a te.e a fregartene.
Le provi tutte prima di riuscire a capire che gli occhi bassi delle altre donne,quegli sguardi un po’ accusatori imbarazzati e sfuggenti, non ti devono ferire.
Che Loro, non hanno ancora trovato la voce.
Ma forse la prossima volta,si ricorderanno di te.Del porco che scende di corsa dal bus , magari lanciandoti un “troia” ma scende LUI stavolta,non tu.
Forse la prossima volta tireranno fuori la voce.

P.S
80 % delle donne che aggredite ,gridano,corrono.scappano,si difendono, riescono a salvarsi.
Ridurci al silenzio,è l’arma piu’ affilata che hanno.

lunedì 27 agosto 2012

Cavilla sui tuoi limiti e ti apparterranno

Io mi definirei una persona paurosa.
Ho paura di un mucchio di cose. Ho paura del vuoto. Ho paura dell'immenso.Ho paura del troppo piccolo.Ho paura del non solido.Ho paura di quello che non posso vedere.Ho paura di perdere il controllo e l'aderenza. Ho paura dei vampiri,degli zombi,dei lupi mannari,e degli assassini seriali che pure se li hai uccisi, non si sa come mai tornano.Sempre.
Vedete? Ho paura praticamente di tutto.
A leggerla cosi', uno si dice: Povera figlia,che brutta vita.Tappata in casa.
No.Io no.Io ci provo.
Tipo che i film dell'orrore li vedo.Tutti. Con le mani davanti alla faccia, urlando, abbassando il volume quando la colonna sonora mi avvisa che sta per succedere qualcosa di orribile.Ma li vedo. E se li rivedo, mi rimetto pure paura.Nelle stesse scene.
Sott'acqua ci vado,eccome. Certo prima di buttarti sotto non vedi nulla,e non lo sai cosa c'è.Ma io mi butto.
Volare volo.E pure spesso.Poi mi addormento/svengo appena si alza l'aeroplano.Ma volo.
E non mi fermo mai.E' piu' forte di me.
Perchè io odio avere paura.Ma mi piace avere paura.
Mi diverto anche
Non mentre.Mentre me la faccio sotto.Mi si sciolgono le gambe,sudo pure un po' freddo.E poi quella sensazione alla bocca dello stomaco, quella che non sai se stai per vomitare o ....vomitare! Vomitare cosa poi non si sa visto che in realtà al posto della pancia ti sembra di avere un buco nero. E non ce la puoi fare.Pensi che non ce la fai.Semplicemente ti bloccherai immobile senza piu' muovere un muscolo.Incapace di retrocedere o progredire.Di sale.
E allora come faccio?
A me,la cosa che in assoluto mi mette piu' paura,è la paura.
Io piu' di tutto ho paura di avere paura.
Quindi via. Mi lancio.E poi quando ce la faccio.Quando sopravvivo.Mi viene da ridere.Ma non poco.Tantissimo.



E quindi? E quindi vi dico quello che dissi a Romeo qualche anno fa: Io ho paura di tutto,ma faccio tutto.
In quel preciso istante mi trovavo su uno sperone di roccia poi il vuoto poi il resto dello sperone di roccia. A sinistra solo scogli ripidi, a destra e 25 metri sotto, il mare. Dovevo saltare quel metro di vuoto.O tornare indietro. Io prima ho bestemmiato e poi ho saltato.

venerdì 17 agosto 2012

Denotazione e Connotazione


Ma si puo' avere sempre un'opinione su tutto?
Essere sempre edotti su qualsiasi argomento? Forse si.
Forse c'è "colui  che sa". Forse è uno che si fa un mazzo tanto.
Legge,studia,indaga,rimugina,sintetizza,elabora.
Su Tutto.Come un'idrovora,macina informazioni,le sminuzza,e poi le lascia andare a sciogliersi ed ad alimentare l'immenso mare della sua conoscenza.
Fico.
Uno cosi' chiaro che non ha pregiudizi, ma solo giudizi.E a ragione. Perchè uno giudica, appunto ,quando sa.
Pero' a campare campiamo tutti.Pure noi che non solo sappiamo di non sapere,ma non sappiamo proprio.E basta.
Agire dobbiamo agire un po' tutti.Decisioni ne dobbiamo prendere,scelte le dobbiamo fare.
E allora che si fa? Impossibilitati per capienza cranica , natura o educazione ad approfondire tutto, smettiamo di campare decidere scegliere?
Inerti,schiacciati dal peso della nostra ignoranza.
Che scenario apocalittico. 6 miliardi di individui stravaccati su un divano.Immobili.
Non è plausibile.
Pure noi,gli ignoranti,dobbiamo muoverci.Una posizione la dobbiamo assumere.Magari a grandi linee.
Impossibilitati o incapaci a fare esperienza di tutto, ci diamo delle priorità.
Ed è qui che ci vengono in aiuto tutte quelle brutte parole che nessuno di noi vorrebbe usare mai:
Generalizzazione. Pregiudizio.Discriminazione.
Che brutto effetto che fanno.Che pessima connotazione che hanno.
Eppure ci appartengono.
La  generalizzazione indica il processo cognitivo e la conoscenza che da questo ne deriva.
Generalizziamo per apprendere. Maschio/Femmina Brutto/Bello Cattivo/Buono Trascurabile/Importante.
Generalizziamo anche nelle nostre migliori intenzioni.
Generalizziamo per acquistare tempo. generalizzando ci facciamo "un'idea" di qualcosa.Con le migliori intenzioni per carità.ma sempre un'idea . Quell'idea che poi andrebbe approfondita indagata studiata....ma noi siamo quelli che tutto non si puo' sapere,quindi...Il pregiudizio.
Giudicare qualcosa o qualcuno aprioristicamente, prima di averne fatta vera esperienza.
Orrendo vero? Si.Lo penso anche io.Ma lo pratico.Continuamente.
Prendete i Lychees.Quegli adorabili fruttini gelatinosi trasparentucoli e flaccidi.
Io non lo so se i lychees sono buoni.Non li ho mai assaggiati.Probabilmente non li assaggero' mai.Perchè?
Perchè a me mi sanno d'occhio.
Che motivazione irrazionale vero? Ma tanto è un pregiudizio il mio! Non deve essere razionale.Non deve rispondere al Socratico "bello" e "buono".Deve rispondere solo e soltanto a me.E' vero solo ed esclusivamente per me.Secondo ME si.secondo ME no.
Quindi.Ricapitoliamo: Generalizzando mi faccio un'idea del mondo che mi circonda,su base di pregiudizi individuo le aree di interesse e quelle che invece no, e poi che altro mi resta da fare?
Ah si, vero:Discriminare.
Una volta individuata l'area di interesse,dedicarle trattamenti e attenzioni diverse rispetto al resto. Magari addirittura ...studiarla una cosa che ti interessa . Capirla. Elaborarla. Sintetizzarla.
E per un attimo,solo per quell'argomento,diventare uno di quelli che sa.
Perchè forse è vero che non si puo' sapere tutto.Avere sempre un'opinione su tutto.Ma almeno su qualcosa,si deve.
A proposito. I libri sono tanti.Milioni di milioni. Voi come li scegliete?
Io li  Giudico i libri dalla copertina.E un libro che si intitola "uomini e topi" non lo leggerò mai!