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sabato 20 ottobre 2012

E stupido ma necessario.


Perchè mi piace Truffaut?
Perchè Truffaut non nasconde mai nulla.
Nei suoi film c'è sempre tutto.
C'è la storia,quella importante,quella dei libri.
C'è la storia privata,quella dei protagonisti.
Ci sono le storie piccole delle persone piccole,quelle che attraversano lo schermo,anche solo per una frazione di secondo.
E tutte vengono raccontate,mostrate,senza dimenticare nulla.
Truffaut non spreca mai niente. Anche il piu' piccolo dei suoi personaggi, l'ultima delle sue comparse, ha un carattere, un suo passato un suo futuro. E anche solo passando,contribuisce alla Storia. A renderla vera.
 Si ma che vuol dire renderla vera? Come ci riesce? che fa che dice? E soprattutto che mi vedo?
 Jules et Jim ?
Perchè ancora non lo avete mai visto? Oddio! Poretti. Di corsa dovreste. Comunque no, non Jules et Jim.
Vedetevi

L'ULTIMO METRO'

Quanta  ce ne è di Storia in quella pellicola.
Il nazismo,l'antisemitismo,il razzismo,la resistenza,la guerra,l'omosessualità, la fame,la vita,la sopravvivenza,la menzogna il dubbio l'amore.

Quanta roba eh? Uno dice...che palle! Sarà un mattone.
E invece no!
E' sempre tutto cosi' semplice nei suoi film. La gente appare sullo schermo e semplicemente Vive.
Parla gioca ama nasconde recita cucina resiste.Fa del suo meglio o del suo peggio.
Cercano di andare avanti nonostante tutto quello che gli capita . E quello che gli capita non è roba da poco. Quello che gli capita è la vita.
E come fai a non appassionarti alla vita?
E infatti non puoi, e ti  appassioni.
Io poi mi appassiono talmente tanto che tutte le volte mi dimentico che l'ho già visto.E soffro. Mi preoccupo.
Sto lì  che mi smozzico le labbra e sospiro,ogni tanto sorrido.
E poi arriva la fine.
Prima c'è quella secchiata di realtà surreale raccontata con ironia e gusto,come solo Truffaut sa fare ,una pausa dalla Storia,nella Storia.
Il tempo di un respiro.
Poi  arriva l'ultima scena.
Risale il pathos, mi ri-smozzico le labbra, ricomincio a sospirare,a preoccuparmi,a sperare
quando  all'improvviso :
" OOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH"

domenica 14 ottobre 2012

The lady is aflame... and silent. Perfect


"Donna non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l'aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell'uomo: è l'insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna "


Quando piove brutto brutto e fa freddo io ho tre alternative creative.
Dipingo.
Cucino.
Vedo un film.
Ho momentaneamente finito le tele.Non ho nulla in frigo.Indovinate un po'? Ho visto un film.Anzi rivisto.
Orlando.
Orlando mi piace tanto.Mi piace tanto tutto.c'è la storia del femminismo in quel film.Tutte le tematiche sulle quali noi femmine sbattiamo la testa e i pugni da 250 anni,stanno tutte lì. Non ci sono le risposte,ma le risposte non te le danno mai.Te le devi cercare e pare pure che sia "il bello".

La prima volta che l'ho visto era un mercoledì pomeriggio del 1992.Cinema Sacher.
Ero con un'amica, e uscite dalla sala siamo andate a bere una cosa e a cercare la nostra risposta alle domande di Virginia Wolf.
Una in particolare ci assillava.
E se è sola?
Avevamo solo 18 anni,ma vivevamo entrambe con una mamma single.Padri non assenti,latitanti. Le nostre madri erano colte perché si erano pagate gli studi lavorando la sera,indipendenti perché sapevano di non poter contare su nessuno.Due libere professioniste,lavoravano ininterrottamente 12 ore al giorno per cercare di far quadrare i conti in casa, per mantenere quello status sociale che si erano conquistate. Erano le artefici e le vittime del cambiamento che avevano voluto e che in noi si stava realizzando.
Erano cresciute in famiglie tradizionali,dove tradizione stava per donna/moglie/madre non autodeterminata ma portavoce della volontà paterna.
L'educazione passava da: lo dico a tuo padre/fratello, ne parlo con tuo padre/fratello. Poco importava che fosse tutto un bluff,e che poi a decidere fossero magari loro, quelle madri operose e operaie che lavoravano in casa e fuori casa,organizzando tutto, facendo filare tutto.
Anche quando era la volontà della madre a dettare le regole,non lo faceva mai in prima persona.Ma sempre con i toni baritonali del padre di famiglia.Del maschio di casa.
Anche se non avevano rinunciato al potere,avevano rinunciato alla loro voce.
Poi gli anni 60/70. Il femminismo,la legge sul divorzio,la pillola anticoncezionale, gli antidolorifici, i tampax.
Le nostre madri avevano combattuto per una libertà che intuivano giusta,ma per la quale non erano state educate. Si sentivano mutilate. Abbandonate. Costantemente in difetto nei confronti di una società che disprezzavano ma dalla quale si sentivano disprezzate e rifiutate.
Avevano sognato una donna libera e indipendente, che non dovesse nascondersi dagli sguardi del padre e dei fratelli, non dovesse mentire in società,che non dovesse abbassare gli occhi o allungare le gonne.
Avevano pagato questo  sogno con la solitudine. Compagni immaturi emotivamente e culturalmente,gli avevano risputato addosso: eguaglianza libertà indipendenza.Distorcendone il senso. Piegandolo al loro scopo.Quella che doveva essere una conquista,gli veniva inflitta come una punizione.
Volevano l'indipendenza? ce l'avevano adesso.che se la cavassero da sole. O tornassero indietro.a casa da mamma. Con la testa bassa e la coda tra le gambe,ammettendo che le loro lotte non erano servite a nulla se non a distruggere quel poco di tutela al quale puo' aspirare una donna: un  nome,che non è il  suo ma  quello del marito.Una casa ,che non è sua  ma quella del marito. una vita in subaffitto, ma che nessuno ti puo' togliere, perché senza il divorzio: TU SEI SEMPRE LA MOGLIE.
Quando noi ne avevamo 18 di anni e vedevamo Orlando,queste mamme guerriere ne avevano 38.
Avevano una casa loro.Che non vivevano.Una casa come Itaca,abbandonata la mattina alle 7.30 e ritrovata la sera alle 20.00 solo per riposare e ripartire il mattino dopo.
A casa "da mamma"non ci erano tornate.Almeno questa di battaglia non l'avevano persa.
Ma ai nostri occhi non avevano neanche vinto.
Troppa fatica.Troppe lacrime.Troppo dolore. Non poteva essere questo l'indipendenza.
Una donna libera è una donna che non scappa,e non si nasconde.E glielo dicevamo.
Noi eravamo le figlie che loro  non capivano. Quelle che erano cresciute senza un maschio dentro casa,quelle che "lo dico a papà" non significava nulla,quelle che cucinavano e studiavano da sole da quando avevano 6 anni,quelle che per uscire non chiedevano il permesso perché tanto a casa non c'era nessuno a cui chiedere. Quelle che nessuno è mai andato a prenderle a scuola, o le ha accompagnate da qualche parte.
Per noi la solitudine non era la sorella nascosta di libertà e indipendenza.Noi la conoscevamo bene.
E non ci spaventava,anzi! Ci piaceva.L'agognavamo.
E'stata una guerra civile.Si sono sentite tradite per l'ennesima volta.Tradite dalla madre che non le aveva perdonate per aver voluto di piu',tradite dalle figlie che non comprendevano la loro paura di aver rotto irrimediabilmente l'unico mondo che conoscevano.
Adesso di anni ne ho 38.E sono sola. Ma non sono sola come era sola mia madre.
Nella mia solitudine non c'è assenza di un altro(con la minuscola come direbbe Simone de Beauvoir).Nella mia solitudine c'è la presenza di Me(con la maiuscola come dico Io sempre con la maiuscola).
Immagino che in qualche modo questo sia il mio "non tornare da mamma".
Quindi tornando a Orlando.
E se è sola?
Risposta libera.

Ah dimenticavo:
Gli uomini fanno tutto ma le donne fanno gli uomini.
Questa è mia nonna. Tipetto facile eh?!

domenica 23 settembre 2012

Domenica Lunatica



Domenica di brutto tempo. Domenica passata a casa con amiche a vedere un film.
Che film? Magdalene.
Perché?E me lo chiedo pure io!
Perché Magdalene è uno di quei film che fa malissimo.
Uno di quei film che mentre lo vedo un po’ piango, un po’ bestemmio, un po’ ho voglia di tapparmi occhi e orecchie e cantare “lallallallallà non è vero nulla non è mai successo".  Non esistono le “sorelle della Maddalena”, non sono mai esistiti questi collegi per penitenti. Non è vero che 30mila donne,ragazze,sono state prese e rinchiuse in questi asili, schiavizzate, torturate, stuprate, sfruttate.Lasciate morire lì dentro. Non e’ vero che l’ultimo ha chiuso solo nel 1996.Non è accaduto qui.Non è accaduto nel mio tempo.Non è accaduto nella mia Europa. 


 Non è vero e ve lo dimostro pure.
Vado a cercarmi la documentazione su internet. Google, padre di tutti i saperi.
Ora vedrete: Irlanda…Aborto …caso X … quattordicenne stuprata, minaccia il suicidio se non le consentono di abortire…1994.
Il 1994 è ieri. Pero’ no, ieri proprio no! Dai son Passati 18 anni! Oggi?

Irlanda : l’aborto è un crimine regolamentato dalla legge 1861 sui Reati Contro la Persona. Esso è consentito solo nel caso in cui sia a rischio la vita della madre. In qualsiasi altra circostanza, anche quando la gravidanza comporti un rischio di salute per la donna, sia l’effetto di uno stupro o un incesto, sia forte l’evidenza che il feto non sopravviva al di fuori dell’utero materno, o che le condizioni psicofisiche, finanziarie o quanto altro siano contrarie all’interesse e al benessere della madre, l’interruzione volontaria di gravidanza è considerata un crimine punibile con l’ergastolo.
È tuttavia legale andare ad abortire all’estero e ottenere informazioni presso i centri di pianificazione familiare irlandesi.

Mmmmh. Passi da giganti!
Mi viene voglia di urlare.E piangere. Poi mi alzo e controllo se ho i preservativi in borsa.Ce li ho.
Non mi basta.Non mi basta sapere che so. Non mi basta proteggere mia nipote.
Non mi basta neanche rovinare la domenica alle mie amiche coinvolgendole nella visione di un film crudo e violento e vero.
Io gli voglio rovinare pure il 28 settembre e il 6 ottobre. 


Il 28 settembre : global day of action for access to safe and legal abortion

A che serve una giornata mondiale? Serve a salvare la vita di migliaia di donne.
E se deciderete di marciare,non pensate di farlo  per beneficenza. Quando marcerete,non marcerete solo per l’Africa,o l’Asia, o il Sudamerica. Quei paesi cosi' retrogradi e lontani. Quei paesi superstiziosi e non occidentalizzati. 
Marciate per il 100% di medici obiettori in Liguria o nelle Marche.
Marciate per il rischio di estensione di obiezione di coscienza anche ai farmacisti.
Marciate per l’irreperibilità di un cane di medico che ti prescriva la pillola del giorno dopo.
Marciate pure per casa nostra, che ne abbiamo di strada da fare!
 E mentre marciate,compratevi dei preservativi ! Ecchessarammai!
Già che ci siete date un’occhiata al sito :
http://www.september28.org/

6 ottobre: SlutWalk Paris. 

Si avete letto bene: la marcia delle Puttane.
 Perché delle puttane dovrebbero marciare? Perché lo siamo tutte.
Ogni singola donna venga aggredita malmenata stuprata , è una puttana fino a prova contraria.E anche a dispetto di prove contrarie. 



Non lo sapevate?Alle brave ragazze non succede nulla. A quelle buone e brave, quelle che non vanno in giro da sole, non camminano per strada, non bevono alcolici, non vanno a ballare, non escono senza la scorta di mamma o papà,a quelle buone,insomma,a quelle non succede niente. Se sei VERAMENTE una brava ragazza,non ti puo’ succedere nulla.
A parte essere stuprata in casa o a scuola,chiaramente.
Se invece porti te stessa in giro, non puoi lamentarti se poi qualcuno,provocato,perde la testa.
 Tu che hai fatto? Dove eri? Eri sobria? Come eri vestita? Lo hai incoraggiato? Ci hai parlato? Ci hai ballato? Gli hai sorriso? Avevi la gonna o i jeans? I pantaloni te li sei sfilata da sola o te li hanno dovuti togliere?Fa differenza.
Vedete? Siamo tutte brave ragazze fino a quando non ci succede nulla.Siamo tutte puttane non appena veniamo aggredite.
E allora io voglio essere Puttana sempre. E pretendere di non essere il capro espiatorio per la bestialità di nessuno. Quindi il 6 ottobre marcio.
E se potete marciate pure voi.
Ne organizzano di Slutwalk ,anche in Italia.Anzi devo dire che la nostra “indecorose e libere” non ha nulla da invidiare alle Slutwalks.Ma il mio è campanilismo da emigrante :)

Sulla Slutwalk francese :
https://www.facebook.com/SLUTWALKFRANCE2011/info
http://slutwalkfrance.tumblr.com/

Per l’italia , questo uno dei miei riferimenti.
http://unionedonne.altervista.org/ 

Buona passeggiata a tutte.E se ancora non avete voglia di farli sti due passi,guardatevi un film:

Titolo OriginaleTHE MAGDALENE SISTERS

Regia: Peter Mullan

Durata: h 1.59
Nazionalità:  gran Bretagna











domenica 9 settembre 2012

In qualunque corpo tu sia.



Kim Ki Duk ha vinto a Venezia. A quanto pare il suo "Pietà" ha messo d'accordo tutti.

Ho letto la notizia stamattina.Ho pensato:Bene,chissà quando esce a Parigi . Poi ho archiviato.

Girando su Flickr,come faccio spesso,mi sono imbattuta in una foto.  

Un uomo e una donna.
Sono Ordinari.Normali.Quotidiani. Si svegliano al mattino per andare in ufficio.Tornano a casa la sera.La spesa , le vacanze,la camicia stirata.Il copriletto.Si tengono per mano.
Si chiama The Lovers.

la potete vedere  qui, insieme ad altre molto belle fatte da questa "girl with a camera".

Comunque ho visto la foto. E mi è tornato in mente kim Ki Duk.
Qualche mese fa infatti, ho visto TIME.

Era la prima volta che vedevo un suo film.Di lui non conoscevo nulla.
Ho visto il film,accoccolata su un divano,con le luci spente e un bicchiere di wiskey vicino. E' un bel modo per conoscere un regista.
Nonostante la "felice" visione ,Time non è il mio Kim Ki Duk preferito.

Ferro 3,onirico e dolce,ha naturalmente la meglio nel mio cuore di dolce donzella. Ma Time è quello al quale penso piu' spesso.
Il film sul quale periodicamente mi arrovello.
Perchè di roba ce ne è tanta in quella pellicola.
Di domande ancora di piu'.
C'è l'amore.E l'ossessione.C'è la gelosia,quell'orrenda ferita che non guarisce mai,anzi si infetta e arrivi ad essere gelosa pure di te stessa.
C'è l'insicurezza. L'insicurezza di Se e dell'Altro.Quella fisica e quella emotiva. C'è la paura del tempo che passa. C'è la ricerca dell'espediente, quella folle speranza,o insana certezza,che solo il "nuovo" possa essere amato,ancora e ancora e ancora.
Una storia d'amore insomma.Una come tante.Una di quelle che ho ascoltato,raccontato,analizzato,sezionato,ridicolizzato,centinaia migliaia di volte,al pub con le amiche, fra sorsi di birra e sbuffi di sigaretta.
Sì,perchè alla fine,il minimo comun denominatore di tutta sta roba,è la domanda delle domande:

 L'amore dura?

BOH!

Ogni tanto , nella mia testa,mi arrampico sulle mani nel mare.mi accoccolo,e ci penso.

sabato 4 agosto 2012

Dentro la città l'inferno

«Le Mantellate so’ delle suore, ma a Roma so’ sortanto celle scure. Una campana sona a tutte l’ore, ma Cristo nun c’è sta drento a ‘ste mura».

Quando Egle comincia a sentirsi soffocare, perchè la cella non basta piu', l'aria non passa e quella poca chè c'è arriva già respirata da altre, quando pur di uscire da quella tomba di cemento e ferro accetta di lavare i panni delle monache, e va in terrazza, sempre con quella sottoveste nera e uno scialle a coprirle le spalle, il vento la prende a schiaffi in viso usando i suoi stessi capelli, gli zoccoli suonano forte sul cemento gelato, c'è l'acqua che scroscia e sembra ghiaccio liquido e altre donne che cantano e sciacquano lenzuola troppo bianche per essere vere. E poi c'è lei, la matta, quella che ha affogato il figlio, messo dentro un cestello di vimini e lasciato in tevere, sperando che galleggiasse, invece no, il cesto "s'empito d'acqua e il pupo è nnato giu' "come la camiciola dentro il fontanone del carcere giudiziario di Regina Coeli
Poi gli strilli, donne buttate in terra,dolorose come fasci di nervi scoperti, monache nere e serie che soffocano la voce lucida della coscienza, e Lei,Egle, che vacilla un attimo, che quasi singhiozza e pensi che forse adesso piange, e invece no.
Il singhiozzo diventa un urlo e poi una risata " aho, che robba che se deve vedè".
Ecco, qui , io piango.Sempre.
E come Egle, me lo scordo, e lo rivedo, sto film, lo rivedo.